di Carlantonio Solimene
Alle amministrative della primavera 2016 il Pd arriverà avendo tutto da perdere e niente da guadagnare. In tutte le principali città al voto, infatti, il centrosinistra guida le Giunte uscenti. A Bologna con Virginio Merola, a Milano con Giuliano Pisapia, a Cagliari con Massimo Zedda, a Trieste con Roberto Cosolini, a Napoli (seppur con tutti i distinguo del caso) con Luigi De Magistris e, infine, a Torino con Piero Fassino. E se proprio Fassino sembra essere l’unica carta certa per garantirsi una conferma, in tutte le altre città l’affermazione del centrosinistra è tutt’altro che scontata. Persino a Bologna, dove la rottura tra Merola e Sel apre la strada a un ballottaggio pieno di incognite. Anche per questo Renzi vive con grande anzia questa tornata elettorale. Se alle Europee del 2014 chiese – e ottenne – la legittimazione della sua scalata a Palazzo Chigi e alle Regionali 2015 ha registrato un primo allarmante calo del consenso, il risultato delle Amministrative della prossima Primavera viene vissuto come un vero e proprio test di “midterm” sul governo.
E così il premier non vuole lasciare niente al caso, preparandosi a scegliere personalmente i nomi dei futuri candidati per evitare di lasciare alla “lotteria” delle primarie il compito di scegliere dei nomi che, alla prova dei fatti, potrebbero rivelarsi sbagliati. Su questo fronte, però, arriva subito la bocciatura della minoranza Dem. “Per me le primarie sono inevitabili, nessuno può pensare che basti una decisione calata dall’alto – ha detto l’ex capogruppo alla Camera Roberto Speranza – si deve ripartire dal rapporto con i cittadini. Solo così si potrà superare il senso di disagio che si vive nel partito a Roma”. Un discorso fatto sulla Capitale, ma che può intendersi esteso anche alle altre città al voto, in primis Milano e Napoli. Dalla sua Renzi punta anche sulle azioni del governo per “tirare la volata” ai candidati. Il 2016, nelle intenzioni del premier, sarà l’anno in cui gli italiani non pagheranno più la Tasi sulla prima casa e così la speranza è quella di replicare l’effetto che gli “80 euro” ebbero sulle Europee del 40%. Fondamentale, ovviamente, saranno anche le scelte dell’opposizione. E se il MoVimento 5 Stelle sogna di espugnare per la prima volta una metropoli – Roma e Napoli sono considerate le più contendibili – il centrodestra ha il compito di ritrovare unità per esprimere candidati realmente competitivi. Da questo punto di vista Salvini e Berlusconi – entrambi intenzionati a “dare le carte” nella scelta degli aspiranti sindaci – sembrano ancora lontani dall’intesa nonostante continuino a professare “piena sintonia”.