Mezzogiorno d’Italia: da zona di stagnazione a motore di crescita per l’intero Paese

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L’economia italiana, da sempre terza potenza economica dell’Unione Europea, ha navigato acque stagnanti per oltre tre decenni, vedendo allargarsi il divario con i suoi partner europei. Ma ora, secondo un recente report intitolato “L’economia in Italia: performance e previsioni macroeconomiche”, si intravedono spiragli di speranza e segnali di una possibile rinascita.

Dal 1995 al 2023, l’Italia ha conosciuto una crescita economica sotto le aspettative, con un rallentamento particolarmente marcato tra il 2010 e il 2020. Tuttavia, negli ultimi quattro anni, il paese ha mostrato una resilienza inaspettata, superando persino le performance di giganti come Germania e Francia con un incremento del PIL superiore all’1%.

Il Sud risorge

Una sorpresa clamorosa arriva dal Mezzogiorno, regione storicamente in difficoltà, che ha visto il suo PIL crescere del 3,7% tra il 2019 e il 2023, superando perfino il Centro-Nord. In particolare, la Puglia ha brillato con un aumento dell’8,1% del PIL reale, seguita da Campania (+4,9%) e Sicilia (+4,3%), mentre il Molise ha registrato un +3,1%. Un’eccezione negativa è stata la Basilicata, con un decremento del -5,7%.

Il terzo trimestre del 2024 ha visto la spesa pubblica italiana raggiungere i 91,4 miliardi di euro, con un incremento del 5,8% rispetto ai primi mesi del 2019. I consumi domestici e delle istituzioni sociali sono cresciuti del 1,7%, segno di una ritrovata fiducia dei consumatori. Gli investimenti fissi lordi hanno superato i 107 miliardi, segnando un aumento del 31,6%, un’iniezione di fiducia nel futuro produttivo del paese.

La spinta verde e digitale

Sul fronte della sostenibilità, l’Italia ha visto un boom del 40% nella produzione di veicoli elettrici rispetto al 2022, con un parallelo aumento del 25% delle stazioni di ricarica. Il PNRR ha destinato oltre 59 miliardi di euro alla transizione verde, con un occhio di riguardo al Sud, dove si punta a raggiungere il 60% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030. Tuttavia, la digitalizzazione resta un tallone d’Achille: solo il 35% delle PMI italiane utilizza tecnologie avanzate, rallentando il passo verso la competitività globale.

L’export italiano brilla

L’export ha registrato un notevole incremento del 12% rispetto al 2019, con un aumento del 20% verso l’Africa. Il settore della moda italiana continua a dominare, rappresentando il 30% dell’export mondiale di lusso, mentre i prodotti DOP e IGP hanno visto un aumento delle esportazioni del 18%.

L’Italia, con i suoi alti e bassi, sembra ora imboccare una strada di ripresa e innovazione. Tuttavia, per mantenere e ampliare questo slancio, il paese deve accelerare la sua transizione digitale e continuare a investire in sostenibilità e innovazione. La sfida è grande, ma le potenzialità sono immense.