Mi dispiace, poveracci | Meloni approva il dpcm “Stipendio amputato”: -100€ sulla busta paga di Marzo

Busta paga - (pexels) - IlFogliettone.it
Un bonus che ha dato ristoro a molte famiglie per anni adesso verrà tolto, in molti contavano su questi soldi in più.
Molti lavoratori si sono accorti che nelle prime buste paga del 2025 il bonus Renzi di 100 euro non è più presente. Questo cambiamento è dovuto a diversi fattori, tra cui le recenti riforme fiscali che hanno modificato il meccanismo del trattamento integrativo. La riforma Irpef entrata in vigore dal 2024 ha ridotto le aliquote fiscali da quattro a tre, incidendo direttamente sulle detrazioni e sulle agevolazioni per i lavoratori dipendenti.
La nuova struttura dell’Irpef ha introdotto una ridefinizione degli scaglioni di reddito e delle relative detrazioni. In questo contesto, il bonus Renzi continua ad esistere ma con criteri più stringenti. Se prima era destinato ai lavoratori con redditi fino a 40.000 euro, adesso il trattamento integrativo è limitato a coloro che percepiscono un reddito annuo massimo di 28.000 euro, con meccanismi diversi per chi rientra in fasce di reddito superiori ai 15.000 euro.
Con le nuove regole, il bonus di 100 euro viene erogato direttamente in busta paga solo ai lavoratori con redditi fino a 15.000 euro. Questo significa che chi si trova al di sotto di questa soglia continuerà a percepirlo senza variazioni. Tuttavia, per i lavoratori che guadagnano tra i 15.000 e i 28.000 euro annui, l’erogazione non è più automatica, ma subordinata alla presenza di determinate detrazioni fiscali.
Per chi ha un reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro, il bonus Renzi è riconosciuto solo se l’ammontare delle detrazioni supera l’imposta lorda dovuta. In pratica, i lavoratori che hanno spese detraibili come familiari a carico, mutui, spese sanitarie o ristrutturazioni edilizie possono continuare a ricevere il trattamento integrativo. Al contrario, chi non ha sostenuto queste spese potrebbe trovarsi senza il bonus in busta paga.
Chi non percepisce più il trattamento integrativo
Molti lavoratori con redditi tra 15.000 e 28.000 euro hanno smesso di ricevere il bonus Renzi proprio perché non soddisfano i nuovi criteri di calcolo. Coloro che non hanno detrazioni fiscali significative, come chi non ha figli a carico, non ha acceso mutui o non ha effettuato spese detraibili, non possono più beneficiare del trattamento integrativo. Questo ha causato un impatto economico negativo per alcuni contribuenti che, rispetto agli anni precedenti, vedono un netto calo nel loro stipendio mensile.
Un altro cambiamento importante riguarda la no tax area, che con la riforma è stata estesa a 8.500 euro per i lavoratori dipendenti. Questo ha permesso di evitare che alcuni lavoratori con redditi molto bassi perdessero il bonus Renzi a causa della riduzione dell’imposta lorda. Tuttavia, il nuovo meccanismo di calcolo ha penalizzato i contribuenti con redditi medio-bassi, che ora devono soddisfare requisiti più rigidi per ottenere il trattamento integrativo.

Possibili effetti della riforma
L’introduzione della nuova Irpef ha avuto conseguenze dirette sulle buste paga dei lavoratori dipendenti. Se da un lato la riduzione delle aliquote ha comportato un risparmio fiscale per alcune categorie, dall’altro la perdita del bonus Renzi ha portato a una riduzione del reddito disponibile per chi non può più accedere al trattamento integrativo. Questa situazione ha generato malcontento tra i lavoratori che, nonostante una riduzione dell’imposizione fiscale, percepiscono uno stipendio più basso rispetto agli anni precedenti.
Con la Legge di Bilancio 2025, il trattamento integrativo rimane confermato con le attuali regole. Tuttavia, non si escludono ulteriori modifiche future che potrebbero ridefinire nuovamente i criteri di assegnazione. Il governo potrebbe intervenire per correggere alcune distorsioni del sistema, specialmente per evitare che alcune fasce di lavoratori risultino svantaggiate rispetto al passato. Per il momento, chi non riceve più il bonus dovrà valutare la propria situazione fiscale e verificare se ha diritto ad altre agevolazioni previste dalla normativa vigente.