Un’arte che deve essere partecipata e venata di una forte componente etica. E’ questa la visione di uno dei grandi maestri del contemporaneo in Italia, quel Michelangelo Pistoletto che nel 1967 ha stupito il mondo con la sua Venere degli stracci e che è stato uno dei protagonisti dello storico movimento dell’Arte povera. Lo abbiamo incontrato a Milano, in occasione delle presentazione, e della donazione alla città, di una sua nuova scultura monumentale, la “Mela rigenerata”, opera che sarà esposta in piazza Duomo e che rappresenta un momento di confronto con lo spazio pubblico e le persone che lo abitano. E il ragionamento di Pistoletto ha subito guardato al valore profondo dell’arte. “L’arte – ci ha detto – gioca un ruolo di sensibilizzazione, un ruolo di presa di coscienza sia della libertà che ognuno di noi ha, sia della responsabilità che va insieme alla libertà”. Celebre anche per i suoi Quadri specchianti che lui stesso ha definito una sfida al tempo, Michelangelo Pistoletto, brillante 82enne, ci ha parlato poi della percezione del messaggio dell’arte di oggi. “L’arte contemporanea – ha spiegato – non è ancora capita, o forse non è necessario, per me, che venga in qualche modo capita; viene sentita, viene percepita, ma capire è ancora un’altra cosa, bisogna fare un passaggio verso la comprensione di cosa la gente può fare per partecipare, capire e partecipare”. Al centro di questa riflessione anche la necessità che l’arte contemporanea esca da quella sorta di nicchia per addetti ai lavori nella quale si è, in fondo, quasi sempre rinchiusa da sola. “L’arte se si ferma su se stessa rimane un po’ estranea al pubblico – ha concluso Pistoletto – è finita l’era di questa estraneità, per me, bisogna comunicare, bisogna lavorare insieme, creare insieme il nuovo mondo”. Un nuovo mondo che, nella Milano di Expo, prende la forma di una mela gigante, simbolo di un rinnovato patto tra gli uomini e il mondo, dopo che proprio un morso al Frutto della conoscenza aveva provocato la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. Dove non è arrivato neppure l’Ulisse di Dante forse arriverà l’arte di Pistoletto, ma in ogni caso dovrà essere un traguardo collettivo.