“Abbiamo inserito questa giornata tra le priorità della Fondazione Inda – ha dichiarato il commissario straordinario Pier Francesco Pinelli – perché fare cultura e teatro sotto questa chiave di lettura ha un profondo senso civico ed educativo. Per tutti noi impegnarsi per la Giornata del rifugiato, su note diverse rispetto a quelle del teatro classico, e’ una parte importante di ciò che vogliamo portare avanti con la nostra attività”. Lo spettacolo, che vedrà anche l’intervento di Antonella Basilone, rappresentante dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, spazierà tra la poesia, il dramma classico, la musica di Incudine, Analfino e Caccamo e darà anche la possibilità di rivivere un momento tratto dalla tragedia “Le Supplici” di Eschilo che l’anno scorso al Teatro Greco ha ottenuto un successo strepitoso. “I siciliani da sempre sono stati aperti all’accoglienza – ha detto Moni Ovadia – e ancora oggi forniscono quotidianamente uno straordinario esempio della propria capacita’ di accogliere e della vocazione culturale ed etica della Sicilia”. Ovadia ha poi ancora una volta speso bellissime parole per gli allievi dell’Accademia: “Non ho parole – ha detto – per raccontare il talento di questi giovani attori. Non ho mai visto tanta passione, disciplina e talento racchiusi in ragazzi cosi’ giovani. Siracusa non e’ solo cultura e bellezza ma per me e’ stata anche una terra di felicita’”. Mario Incudine ha invece promesso un “tripudio di ritmo, colori, uno spettacolo bello, vivace, vero, pieno di energia”. “Siracusa è la città con il maggior numero di sbarchi e quindi celebrare qui la Giornata mondiale del rifugiato assume un valore assoluto – ha spiegato il cantautore siciliano -. Vogliamo rispondere a questo momento cosi’ drammatico con quattro generazioni di artisti, con la musica, la prosa, la danza, con le parole di personaggi come Buttitta ed Eschilo. Dentro una barca e un mare simbolici, ciascuno di noi, con la propria sensibilità, darà il proprio contributo per testimoniare quanto sia necessario accogliere queste persone”.