Migranti, la “stretta” del Viminale non convince le Regioni. E neanche il Pd. Minniti a Tunisi

Migranti, la “stretta” del Viminale non convince le Regioni. E neanche il Pd. Minniti a Tunisi
2 gennaio 2017

Dopo la decisa accelerazione del Viminale sugli immigrati irregolari impressa il 30 dicembre scorso dalla circolare diffusa dal capo della polizia, Franco Gabrielli alle questure, in cui – a poca distanza dall’attentato di Berlino costato la vita a 12 persone – si dispongono maggiori controlli e più espulsioni dal territorio nazionale, arrivano polemiche e “ricette” per superare il “nodo” immigrazione. E nel Pd non mancano gli esponenti che si dicono chiaramente contrari all’ipotesi del Governo di creare Centri di identificazione ed espulsione (Cie) in ogni regione. Oggi intanto sei extracomunitari clandestini sono stati denunciati nel cuneese; nei loro confronti sono state anche avviate le procedure di immediata espulsione. Nell’ambito degli interventi contro i clandestini le autorità italiane puntano tra l’altro a stringere ulteriori accordi bilaterali con gli strati africani: non a caso domani il ministro dell’Interno Marco Minniti volerà a Tunisi e poi si trasferirà a Malta con l’obiettivo di ottenere un rapidissimo via libera ai rimpatri. Si ragiona anche sulla possibilità di proporre al Parlamento ritocchi al reato di clandestinità, per evitare che gli stranieri denunciati rimangano in Italia fino al termine del procedimento penale.

CIE Quanto ai Cie, sono 10 quelli esistenti ma solo 4 in funzione; si vorrebbe completare rapidamente la ristrutturazione di quelli in cui è stata avviata e utilizzare caserme in caso di mancanza di strutture adeguate. I Comuni non mostrano contrarietà di principio all’ accelerazione delle espulsioni. “E’ giusto allontanare dal territorio chi delinque, è bene ci sia una netta divisione tra chi è irregolare e chi ha diritto a rimanere; ove necessario è quindi giusto aprire i Cie”, dice Matteo Biffoni, delegato Anci alle politiche per l’immigrazione e sindaco di Prato. Sono in arrivo per i Comuni i 100 milioni di euro previsti per le amministrazioni che accoglieranno i migranti secondo l’accordo siglato in ottobre da Viminale ed Anci sul potenziamento della rete Sprar (Servizio centrale sistema di protezione dei richiedenti asilo), gestita dai Comuni. E c’è di più: dopo la circolare emanata da Alfano ai prefetti, che definiva la cosiddetta clausola di salvaguardia – ovvero ordina ai prefetti di esentare da nuovi arrivi non condivisi col territorio quei Comuni che aderiscono al sistema Sprar – un’altra è stata redatta pochi giorni fa dal Viminale, che ribadisce, in sintesi, il contenuto dell’accordo del documento dell’ex ministro Alfano.

ANCI “Spero che la ripresa dell’attività dei Cie non contribuisca ad intasare realtà territoriali al limite”, sottolinea il presidente di Anci Lombardia e sindaco di Monza Roberto Scanagatti. Intanto il deputato Dem Federico Gelli, presidente della Commissione inchiesta migranti, rende noto che “nei prossimi giorni intendiamo ascoltare il ministro Minniti per sapere come intenda procedere con il nuovo sistema di accoglienza. Se è vero che da una parte è evidente che il sistema di accoglienza deve essere rivisto – spiega – dall’altra è stata appurata negli anni l’inadeguatezza di strutture come i Cie”. Anche Mariella Lo Bello, vicepresidente della Regione Siciliana che in Conferenza delle Regioni e delle Province autonome coordina la Commissione Immigrazione, si dice “personalmente contraria a creare nuovi Cie”, mentre i Radicali chiedono la riforma della Bossi-Fini e i sindacati di polizia penitenziaria evidenziano come nelle carceri italiane vi sono 18.700 detenuti stranieri ma solo 400, nei primi 6 mesi del 2016, sono stati espulsi.

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