Aut aut Corte Strasburgo all’Italia: notizie sulla Sea Watch o agiremo

Aut aut Corte Strasburgo all’Italia: notizie sulla Sea Watch o agiremo
Sea Watch
24 giugno 2019

La Corte di Strasburgo ha reso noto di aver ricevuto una richiesta di “misure provvisorie” da parte della Sea Watch 3 per chiedere all’Italia di consentire lo sbarco dei migranti. La Corte ha rivolto una serie di domande sia alla Sea Watch 3 che al governo italiano. Questi ultimi dovranno rispondere entro oggi. La Corte in base ai suoi regolamenti puo’ chiedere all’Italia di adottare quelle che vengono definite “misure urgenti” e che “servono ad impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani”. Le informazioni richieste dalla Corte al governo italiano riguardano sia le persone gia’ sbarcate dalla Sea Watch 3 che l’attuale situazione sulla nave dell’ong.

La stessa Corte, specificando che per quanto riguarda le persone gia’ sbarcate ha chiesto a Roma di informarla sul loro numero, sul loro stato di eventuale vulnerabilita’ e sulle misure che le autorita’ intendono prendere nei loro confronti. La Corte di Strasburgo ha invece chiesto alla Sea Watch informazioni “sulle condizioni fisiche e mentali di quanti sono ancora a bordo e dettagli sul loro eventuale stato di vulnerabilita’”. La Corte attende le risposte entro oggi, poi prendera’ la sua decisione. Intanto, la Commissione europea lancia un appello agli Stati membri affinché tengano sempre presenti gli “imperativi umanitari” e “contribuiscano a una rapida soluzione” della vicenda della nave “Sea Watch 3”, con a bordo 36 migranti soccorsi in mare, che è restata 12 giorni al largo di Lampedusa a causa del divieto di sbarco emesso dalle autorità italiane.

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“Continuiamo – ha detto la portavoce dell’Esecutivo comunitario Natasha Bertaud – a seguire attentamente la situazione, che per la Commissione dimostra il bisogno urgente di soluzioni prevedibili e sostenibili nel Mediterraneo. La Commissione ha esortato gli Stati membri a concordare accordi temporanei sugli sbarchi, per assicurare più prevedibilità per tutti coloro che sono coinvolti nelle operazioni di ricerca e soccorso. Ancora una volta, rinnoviamo il nostro appello a tutti gli Stati membri al fine di facilitare e velocizzare questo lavoro cruciale”. “Nel frattempo, e finché questi accordi non saranno in vigore – ha continuato la portavoce -, facciamo appello agli Stati membri a tenere presenti gli imperativi umanitari e a contribuire a una rapida soluzione della situazione a bordo della Sea Watch 3”.

“Accogliamo con favore – ha aggiunto Bertaud – il fatto che le autorità italiane abbiano proceduto a evacuare un certo numero di persone dalla Sea Watch 3 per ragioni di salute. Ma per le persone ancora a bordo – ha sottolineato – c’è ancora bisogno di una soluzione. La Commissione -ha concluso la portavoce – continuerà a fare del suo meglio, quando le verrà richiesto, e finora non ci sono arrivate richieste, per contribuire, nell’ambito delle sue competenze, e sostenere qualsiasi sforzo di solidarietà”. Secondo il servizio stampa della Corte di Strasburgo, le informazioni richieste al governo e attese entro la fine della giornata riguardano “il numero di persone già sbarcate, il loro eventuale stato di vulnerabilità, le misure prospettate dal governo e la situazione attuale a bordo della nave”. Alla Ong “Sea Watch”, invece, sono state chieste altre informazioni “riguardo alle condizioni fisiche e psicologiche dei ricorrenti (le persone che hanno presentato il ricorso, ndr) a bordo della nave e del loro eventuale stato di vulnerabilità”.

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