La presidente del Consiglio Giorgia Meloni auspica che “gli esatti contorni” del sostegno della Germania alle Ong impegnate in Italia per l’assistenza ai migranti “potranno essere meglio chiariti”. Lo scrive la stessa premier in una lettera inviata sabato scorso al cancelliere tedesco Olaf Scholz. La lettera inizia con un “caro Olaf” e termina con “un cordiale saluto”, ma i concetti espressi da Giorgia Meloni nella missiva inviata sabato scorso al cancelliere tedesco Scholz sono determinati a mettere nero su bianco dubbi, perplessità, e anche una certa irritazione, che si nutrono a palazzo Chigi per quanto Berlino sta facendo in tema di migranti e Ong. Il premier, dopo aver ricordato che l’esecutivo italiano in queste settimane è impegnato “in prima linea” nel fronteggiare una pressione migratoria “eccezionale”, punta il dito contro l’azione della Germania.
“Ho appreso con stupore che il tuo governo, in modo non coordinato con il governo italiano – evidenzia il presidente del Consiglio rivolgendosi al cancelliere – avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo”. Entrambe le possibilità, rimarca Meloni, “suscitano interrogativi”. “Ritengo che gli sforzi, anche finanziari, delle Nazioni Ue interessate a fornire un sostegno concreto all`Italia – precisa – dovrebbero piuttosto concentrarsi nel costruire soluzioni strutturali al fenomeno migratorio, ad esempio lavorando ad un`iniziativa UE con i Paesi di transito della sponda sud del Mediterraneo, che peraltro necessiterebbe di risorse inferiori rispetto a quella da tempo in essere con la Turchia”. Dicendosi “certa” della “comprensione e collaborazione” del cancelliere, Meloni si dice “lieta di discutere di persona della questione alla prima occasione utile, a partire dal Vertice Cpe e dal Consiglio Europeo di Granada il prossimo 5 e 6 ottobre”.
Tra gli interrogativi la premier, nella missiva datata 23 settembre, spiega che “per quanto riguarda l’importante e oneroso capitolo dell’assistenza a terra è lecito domandarsi se essa non meriti di essere facilitata in particolare sul territorio tedesco piuttosto che in Italia. Inoltre, è ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle ONG ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo in ulteriore aggravio per l’Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare”. E a mettere nel mirino la Germania c’è anche Matteo Salvini che considera “un atto ostile” il fatto che paesi stranieri finanzino associazioni private straniere “per portare immigrati clandestini in Italia. Conto che il governo tedesco smetta di finanziare chi partecipa a un flusso inaccettabile di immigrati irregolari nel nostro Paese”.
Agli attacchi e allo stupore provenienti da Roma, Berlino replica però ricordando che la decisione di fornire sostegno finanziario sia per il salvataggio civile in mare sia per altre attività di assistenza “è stata presa qualche tempo fa e i partner italiani erano già stati informati”. “Ci è voluto del tempo prima che l’organizzazione fosse selezionata (per i finanziamenti). Diverso il discorso con Parigi, anche perché ammette il vicepremier, sono state “molto apprezzate le parole del presidente Macron per quanto riguarda la collaborazione in materia di immigrazione. L’Italia è pronta a collaborare sulla grande questione migratoria, che non può essere certamente né un problema italiano né francese né di un singolo Stato, ma va affrontato a livello europeo”.