“I ricollocamenti obbligatori devono essere il cuore di qualsiasi meccanismo di solidarietà, al fine di fornire un aiuto efficace e prevedibile agli Stati membri in prima linea” sulle rotte marittime dell’immigrazione irregolare. Lo si legge in un “non paper”, un documento informale e non ufficiale che comunque indica le posizioni che il governo italiano intende promuovere e difendere durante il Consiglio europeo straordinario del 9 e 10 febbraio, a Bruxelles. Sebbene non sia un documento ufficiale, sottolineando l’importanza dei “ricollocamenti obbligatori” il non paper, che è stato inviato ieri agli altri Stati membri, introduce un importante chiarimento rispetto alle posizioni dell’Italia. Di certo, Lla strategia di Giorgia Meloni è quella di raccogliere consensi intorno al Piano Mattei per l’Africa. L’attuale governo ha sempre spinto soprattutto per la cosiddetta “dimensione esterna”, e questo viene confermato dal non paper. Ma le forze di destra della maggioranza, e in particolare la Lega, erano finora rimaste ambigue sulla redistribuzione automatica nelgi altri Stati membri dei migranti sbarcati nei porti italiani, dopo essere stati soccorsi in mare.
I ricollocamenti obbligatori, infatti, sono tradizionalmente considerati dai paesi del Nord Europa e dai partiti della destra come un fattore di attrazione (“pull factor”) dell’immigrazione irregolare. Lo stesso non paper osserva: “Sappiamo tutti che i ricollocamenti non rappresentano la soluzione strutturale ai flussi migratori. Ma a breve termine – riconosce- rimangono uno strumento necessario per dare un’immagine significativa e concreta della solidarietà” tra gli Stati membri. I ricollocamenti, tuttavia, sottolinea il documento italiano “per essere efficaci, richiedono miglioramenti significativi rispetto al meccanismo volontario istituito a seguito della Dichiarazione politica sulla solidarietà del giugno 2022 (sottoscritta nell’ambito del Consiglio Affari interni dell’Ue, sotto la presidenza di turno francese; ndr) che è ancora lungi dall’essere pienamente attuato”. In effetti, nonostante gli impegni presi da diversi governi europei che avevano firmato la dichiarazione, i ricollocamenti volontari sono rimasti in gran parte solo sulla carta.
In questa prospettiva, si aggiunge nel non paper “è quindi importante tenere conto dell’impatto delle operazioni di salvataggio in mare da parte delle Ong”. “È nell’interesse comune dell’intera Unione europea – ricorda il documento italiano – che le responsabilità attribuite agli Stati membri in prima linea siano sostenibili su base permanente. A tale riguardo, deve essere garantita una gestione efficace delle frontiere esterne dell’Ue, tenendo conto delle specificità delle frontiere marittime, rispetto alle frontiere terrestri e aeree, e dell’onere che l’afflusso massiccio di migranti impone agli Stati costieri”. Il non paper, due pagine e mezzo in inglese dal titolo ” Affrontare l’immigrazione con un approccio sistemico e circolare” si sofferma poi in particolar modo sulla dimensione esterna del fenomeno migratorio, elencando una serie di misure e riaffermando la posizione del governo secondo cui la vera soluzione strutturale alla sfida migratoria risiede nella prevenzione della migrazione irregolare e nella stabilizzazione dei flussi.
Il documento italiano suggerisce un approccio articolato su diverse aree di intervento: incentivi alla cooperazione a medio termine con i Paesi terzi, compresi condizionalità commerciali e facilitazioni nei visti; lo sviluppo di corridoi umanitari europei, coordinati e finanziati dalla Commissione europea, come modo per garantire un accesso sicuro e legale all’Europa alle persone vulnerabili, combattendo al contempo il traffico di esseri umani; affrontare le cause profonde della migrazione, con l’elaborazione di un nuovo Patto dell’UE per l’Africa, incentrato su investimenti, educazione e concrete opportunità di sviluppo.