Migranti, partiti i lavori per la barriera al Brennero per limitare flusso dall’Italia

Migranti, partiti i lavori per la barriera al Brennero per limitare flusso dall’Italia
11 aprile 2016

di Enzo Marino

Una barriera lunga 250 metri che comprenderà l’autostrada e la strada statale. I lavori per la costruzione del “muro” al Brennero sono iniziati oggi: la barriera servirà per limitare l’accesso di migranti provenienti dall’Italia. A comunicarlo il capo della polizia tirolese Helmut Tomac, citato dal quotidiano Diepress. Nella prima fase di lavori sarà modificata la segnaletica stradale. “A fine maggio – ha spiegato Tomac – potrebbero partire i controlli, anche se sarà il ministero dell’Interno di Vienna a stabilire quando saranno avviati”. Intanto, sono scoppiate nuove proteste a Idomeni, il campo profughi al confine greco-macedone; e Atene e Skopje si accusano reciprocamente dopo il tentativo domenica di centinaia di migranti di forzare la frontiera. Atene ha accusato il governo macedone di “uso eccessivo della forza”. “E’ una grande vergogna per la societa’ europea e per un paese che ne vuole far parte”, ha affermato il premier Alexis Tsipras ha affermato il capo del governo di Atene. Skopje ha reagito sostenendo che la polizia greca e’ stata troppo passiva di fronte al tentativo dei migranti di forzare il passaggio. “Nel corso degli incidenti, la polizia greca non ha neanche cercato di intervenire e fermare gli incidenti”, ha fatto sapere in una nota il ministero dell’Interno macedone. Intanto, a Idomeni ci sarebbero nuove tensioni, secondo Medici senza Frontiere. Dei dieci migranti ricoverati domenica, solo un paio sono ancora in ospedale. Ma sono stati in tutto circa 300 i profughi che domenica hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche perche’ la polizia macedone ha usato gas lacrimogeni e, secondo il governo greco e le ong, anche proiettili di gomma: al termine, almeno 200 migranti avevano problemi respiratori, 30 avevano ferite causate dal proiettili di plastica e 30 altre lesioni.

Il presidente greco, Prokopis Pavlopulos, ha criticato duramente la Macedonia per gli incidenti e li ha definiti “inaccettabili” per un Paese che aspira a unirsi all’Ue e alla Nato”, “comportamenti” che “non hanno posto” ne’ nell’Ue ne’ nell’organizzazione transatlantica. Il portavoce del servizio greco di coordinamento della crisi, Giorgio Kyritsis, ha parlato di “uso eccessivo e squilibrato” della violenza, accusando Skopje di aver creato “una situazione molto difficile in territorio greco”. Il governo greco ha aggiunto di aver inoltrato “proteste molto forti” con le autorita’ macedoni e anche contro altri Paesi europei che hanno inviato osservatori “sul lato macedone”, tra cui Slovenia e l’Ungheria. “Preoccupazione” e’ stata espressa dall’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu. Frattanto in Bulgaria i difensori dei diritti umani hanno chiesto un’inchiesta dopo le brutali immagini di migranti, fermati da civili: trasmesse da diversi canali televisivi, la sequenza, girata con un telefono cellulare, mostra tre migranti, gli occhi spaventati, sdraiati a pancia in giù con le braccia legate, tra la boscaglia al confine bulgaro-turco. “Se tali iniziative verranno lasciate passare, si moltiplicheranno”, ha lanciato l’allarme Krassimir Kanev, presidente della ong Comitato Helsinki. E continuano gli sbarchi in Sicilia: nave ‘Diciotti’ della Guardia costiera ha salvato 740 migranti nel Canale di Sicilia. Due le operazioni che hanno visto all’opera l’unita’ navale. Ma i soccorsi non si fermano. Nave ‘Fulgosi’ della Marina militare, impegnata nel dispositivo “Mare sicuro”, e’ intervenuta in aiuto di un gommone avvistato al largo della Libia con numerosi migranti a bordo.

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