Cronaca

Migranti, più di 13.000 persone soccorse su 80 barche in avaria. Europol: 800mila pronti a partire

Sono circa 46.700 i migranti arrivati dalla Libia in Italia dall’inizio del 2016, attraverso il Mediterraneo: un flusso in linea con quello registrato dalle autorità nello stesso periodo del 2015. Più di 13.000 persone sono state soccorse su 80 barche in avaria, decine di persone sono morte e centinaia sono scomparse nell’ultima estenuante settimana di flussi via mare verso il nostro Paese.

I NUMERI Gli arrivi restano al momento sui livelli dello scorso anno: 46.700 dall’inizio del 2016 contro i 47.400 del 2015 nello stesso periodo, secondo i dati dell’Alto Commissario Onu per i rifugiati (Unhcr). Il ministero dell’Interno ha anche assicurato che, anche se la situazione resta tesa, i centri di accoglienza non sono ancora sovraffollati. Allo stesso modo, se il totale dei morti e dei dispersi supera ormai i 1.700, l’Organizzazione mondiale per le Migrazioni (Oim) ha contato almeno 1.782 nello stesso periodo dello scorso anno.

IL MEDITERRANEO SOSTITUISCE LA ROTTA BALCANICA? La rotta marittima dalla Libia è tornata ad essere la porta d’ingresso principale in Europa dopo la chiusura di quella dei Balcani, mentre si sono assottigliati i flussi attraverso la Turchia e le isole greche. Il flusso migratorio attraverso la Libia è rimasto pressoché costante rispetto allo scorso anno e resta distinto da quello dei Balcani: quasi tutti i migranti che arrivano in Italia provengono dall’Africa sub-sahariana.

QUANTI MIGRANTI SONO IN ATTESA DI PARTIRE DALLA LIBIA? Un recente rapporto di Interpol ed Europol ha segnalato che circa 800.000 migranti sono in attesa di partire dalle coste libiche. Molti migranti dell’Africa occidentale alla fine decidono di partire dopo aver tentato per anni di guadagnarsi da vivere in Libia, mentre altri, in particolare da Eritrea, Somalia e Sudan, attraversano il deserto con l’idea di imbarcarsi frettolosamente per limitare il loro tempo di sosta nel caos libico.

COME AVVIENE IL VIAGGIO DALLA LIBIA? La maggior parte dei migranti si muove a bordo di gommoni sovraccarichi, con combustibile sufficiente a superare le acque territoriali e chiedere aiuto in una zona in cui, a differenza dello scorso anno in questo periodo, è dispiegata una vera e propria flotta: Marina e Guardia costiera italiane, navi umanitarie, l’operazione navale dell’Ue “Sophia”, l’operazione Triton dell’agenzia europea di controllo delle frontiere Frontex. I migranti partono soprattutto di notte, dietro la minaccia di pestaggi e sparatorie da parte dei contrabbandieri ai danni di coloro che si mostrano riluttanti a salire su imbarcazioni di fortuna: di solito, questi relitti del mare vengono soccorsi di giorno, ma poche ore di navigazione possono già risultare fatali per i migranti più fragili, i disidratati, chi si è bagnato e va spesso in stato di ipotermia, chi rimane asfissiato dai fumi del motore.

I MIGRANTI CHE PARTONO DALL’EGITTO Dall’inizio della primavera, un numero crescente di imbarcazioni è partito dall’Egitto con centinaia di persone a bordo, che sono state soccorse. Secondo l’Unhcr, questi migranti rappresentano circa il 10% degli arrivi. Questo viaggio avviene solitamente a bordo di imbarcazioni più resistenti, dura una settimana e spesso comporta diversi trasferimenti pericolosi in mare su barche in condizioni peggiori, con i trafficanti di esseri umani che preferiscono tenere con sé le barche migliori, consepevoli del fatto che le imbarcazioni soccorse andranno perdute.

LE CRESCENTI PREOCCUPAZIONI DELL’ULTIMA SETTIMANA I trafficanti libici di esseri umani hanno iniziato l’invio di migranti su barche da pesca stracariche con l’idea che sarebbero stati salvati appena arrivati in acque internazionali. Queste imbarcazioni non sono in grado di navigare in alto mare: tre di queste si sono capovolte negli ultimi 7 giorni, a volte sotto gli occhi impotenti dei soccorritori. Una è partita senza motore, trainata da un’altra imbarcazione sovraccarica di migranti. Secondo i media italiani, queste ultime barche sarebbero state reperite in Tunisia. (fonte afp)

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