Mikheil Kavelashvili eletto presidente della Georgia: un paese sempre più diviso
Un ex calciatore alla guida di una nazione in crisi politica e costituzionale. Un voto definito illegittimo dall’opposizione: la sfida tra governo e manifestanti pro-UE
Il Parlamento di Tbilisi ha eletto Mikheil Kavelashvili, ex calciatore di fama internazionale, come nuovo presidente della Georgia. Kavelashvili ha ottenuto i 224 voti necessari grazie al sostegno esclusivo dei deputati del partito di governo, Sogno Georgiano, e dei consiglieri locali. Questo risultato, ampiamente previsto, accentua però le spaccature politiche che attraversano il paese.
L’elezione, avvenuta il 14 dicembre, ha segnato una svolta storica nel sistema elettorale georgiano: per la prima volta, il presidente è stato scelto non attraverso il suffragio diretto, ma tramite un collegio elettorale composto da 300 membri. I rappresentanti dell’opposizione hanno boicottato il voto, ritenendo illegittimo l’attuale Parlamento, frutto delle contestate elezioni politiche del 26 ottobre.
Un contesto politico teso e proteste di piazza
Le tensioni sono esplose anche all’esterno dell’edificio parlamentare, dove migliaia di manifestanti si sono riuniti per denunciare il processo elettorale come una “farsa”. Da settimane, le strade di Tbilisi sono teatro di proteste guidate da movimenti filo-europeisti, contrari alle politiche del partito di governo, accusato di voler allontanare la Georgia dall’Unione Europea e dalla NATO per avvicinarla alla sfera di influenza russa. I manifestanti, armati di striscioni e slogan, hanno sottolineato come l’attuale governo stia tradendo le aspirazioni democratiche e occidentali della popolazione.
La mobilitazione ha coinvolto non solo i cittadini della capitale, ma anche altre regioni del paese, unendo diversi strati sociali nella richiesta di maggiore trasparenza e giustizia. Salome Zurabishvili, l’attuale presidente filo-occidentale e in aperto conflitto con il governo, ha rifiutato di lasciare il suo incarico, definendo il voto “una parodia… un evento privo di legittimità e incostituzionale”. La sua decisione apre una crisi istituzionale senza precedenti, con il rischio di un duro scontro costituzionale tra il governo e l’opposizione.
Chi è Mikheil Kavelashvili
Mikheil Kavelashvili, 53 anni, è un personaggio noto sia per la sua carriera sportiva che per il suo ruolo politico. Ex calciatore della nazionale georgiana, ha militato in squadre di prestigio come il Manchester City e alcuni importanti club svizzeri. Durante la sua carriera sportiva, Kavelashvili era conosciuto per la sua determinazione sul campo, ma è la sua carriera politica che lo ha portato al centro dell’attenzione nazionale e internazionale.
Dal 2018, è membro del Parlamento nelle fila di Sogno Georgiano. La sua candidatura è stata proposta a novembre dallo stesso partito, fondato dal miliardario Bidzina Ivanishvili, figura controversa accusata di controllare il governo da dietro le quinte. Ivanishvili, spesso descritto come l’uomo più potente della Georgia, è considerato il regista di molte delle politiche filo-russe del paese.
Considerato un fedelissimo del partito, Kavelashvili è noto per le sue posizioni anti-occidentali e la sua opposizione ai diritti LGBTQ+. Nonostante il ruolo di presidente in Georgia sia in gran parte cerimoniale, l’elezione di Kavelashvili ha un forte peso simbolico, rappresentando un ulteriore spostamento verso la Russia. La sua elezione solleva interrogativi sul futuro della democrazia in Georgia e sulla capacità del paese di mantenere la sua indipendenza politica.
Le reazioni dell’opposizione
Zurabishvili, popolare tra i manifestanti per la sua difesa delle aspirazioni europee della Georgia, ha ironizzato sull’elezione di Kavelashvili condividendo sui social un video di manifestanti che giocano a calcio nella neve davanti al Parlamento. “La Georgia non perde mai il suo senso dell’umorismo”, ha scritto, in un chiaro riferimento al passato sportivo del nuovo presidente.
L’opposizione continua a chiedere nuove elezioni parlamentari e denuncia le elezioni di ottobre come truccate. Secondo Vakhtang Khmaladze, uno degli autori della costituzione georgiana, tutte le decisioni del nuovo Parlamento sarebbero nulle fino alla sentenza sulla legittimità delle elezioni. La crisi istituzionale rischia di aggravarsi con l’insediamento ufficiale di Kavelashvili, previsto per il 29 dicembre.
In risposta alle proteste, il governo ha schierato un massiccio contingente di forze di sicurezza attorno agli edifici governativi, alimentando ulteriormente le tensioni. Diversi osservatori internazionali hanno espresso preoccupazione per la situazione in Georgia, con alcuni che temono un possibile inasprimento della repressione nei confronti dei manifestanti.
Un futuro incerto per la Georgia
La Georgia si trova di fronte a una crisi politica e costituzionale senza precedenti. La polarizzazione tra il governo filo-russo e l’opposizione filo-occidentale riflette una profonda spaccatura nella società georgiana. Con le proteste che continuano e la legittimità del nuovo presidente messa in discussione, il futuro del paese rimane incerto, mentre la strada verso l’Unione Europea e la NATO sembra sempre più in salita.
La crisi politica ha già avuto ripercussioni economiche, con investitori stranieri che manifestano preoccupazioni sulla stabilità del paese. Inoltre, le divisioni interne rischiano di compromettere la coesione sociale, mentre gruppi radicali da entrambe le parti intensificano la retorica. La comunità internazionale osserva attentamente gli sviluppi, con l’Unione Europea e gli Stati Uniti che hanno ribadito il loro sostegno al processo democratico in Georgia. Tuttavia, senza un dialogo costruttivo tra le parti, la crisi rischia di trascinarsi, lasciando la Georgia in una posizione di vulnerabilità sia politica che economica.