Angelino Alfano manderà a Milano 150 militari “a supportare le forze dell’ordine, che già operano a livelli eccellenti”. ll ministro dell’Interno l’ha deciso nel corso del vertice a Palazzo Marino sulla sicurezza a Milano. E’ ancora una volta intorno alla questione dell’utilizzo dei militari che verte la questione della sicurezza in una metropoli di oltre 1,4 milioni di abitanti. Cifre che di primo acchitto fa più che riflettere: 150 uomini in più per la sicurezza di oltre 1,4 milioni di cittadini. Dopo il vertice sulla sicurezza di venerdì, che si è svolto proprio all’indomani di una rissa con due feriti che ha alimentato nuovamente i timori per una recrudescenza dei reati, il prefetto, Alessandro Marangoni, ha annunciato che saranno utilizzate a Milano le cosiddette “pattuglie miste”: un agente e due soldati. “Il nuovo modulo operativo dei soldati che verranno impiegati in città – ha precisato il Prefetto – prevede pattuglie con un agente e due militari. Questo permetterà di sdoppiare il numero delle pattuglie raddoppiando in pratica il controllo del territorio”. “Tra pochi giorni verrà convocato un nuovo Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica – ha proseguito Marangoni – Valuteremo la situazione della sicurezza sia alla luce dei più recenti episodi, sia per quanto concerne il modo di impiego e il dislocamento dei miliari che coadiuveranno le forze dell’ordine sul territorio”.
I militari che arriveranno verranno impiegati secondo le valutazioni tecniche del tavolo della sicurezza e del questore di Milano, e il loro operato verrà equiparato a quello degli agenti di pubblica sicurezza. Angelino Alfano: “A Milano manderemo altri 150 militari – ha detto il titolare del Viminale -. Quando sono diventato ministro i militari impegnati erano 400. Ora, ai 650 già presenti se ne aggiungono 150. L’obbiettivo mio è di averli raddoppiati”. Sul fronte immigrati, invece, per Alfano “Milano ha già fatto la sua parte, ha raggiunto la sua quota e quindi se ci sarà un calo degli sbarchi, come è presumibile per il periodo invernale, ci sarà uno stop agli arrivi di migranti”. Al prossimo comitato sarà presente anche il sindaco di Milano per valutare e decidere in quali aree della metropoli sia più conveniente concentrare l’operato di queste pattuglie. All’attacco l’opposizione. Apre le danze il sempre puntuale Matteo Salvini: “L’emergenza sicurezza a Milano è legata all’immigrazione finanziata da Renzi e Alfano: i militari servono ma non bastano, occorrono blocco degli sbarchi ed espulsioni di massa”, ha chiosato il leader della Lega.
Il capogruppo M5S al consiglio comunale di Milano: “L’aumento dei militari a Milano non è la soluzione per risolvere nel profondo e alla radice il problema della criminalità e della delinquenza – ha detto Gianluca Corrado -. Magari vedere più militari può essere un deterrente per i delinquenti che però, probabilmente, si sposterebbero di qualche via, senza presidio, per tornare a fare quello che hanno sempre fatto”. Sul fronte della sicurezza “ci hanno svuotato dei poteri che ci erano stati riconosciuti durante il periodo del ministro Maroni e quindi i problemi si ripropongono tali e quali”, ha rilanciato l’ex leghista Favio Tosi. A giudizio del sindaco veneto, “chi delinque sa di restare impunito. Serve un giro di vite: se il deterrente è adeguato riesci a combattere, se il deterrente è inesistente si sa di farla franca. Succede solo in Italia: in altri Paesi non la passerebbero liscia”. Senza strumenti adeguati, ha aggiunto, “si torna sempre al punto di partenza: è una fatica di Sisifo. Tu continui a fare e a fare e un sistema di norme inadeguato disfa quello che fai”.