Mille giorni per cambiare l’Italia. Pronto un pacchetto riforme

“Il rispetto delle regole non è in discussione, qualcuno qui dentro sarà triste, in molti ci hanno chiesto ‘cambiamole o violiamole’. Noi le rispettiamo ma c’è modo e modo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno e sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea. “Ci sono profeti e sacerdoti del rigorismo e dell’austerity – ha aggiunto il premier – che dicono che è impossibile modificare qualsiasi virgola delle regole del gioco. A quegli stessi vorrei ricordare che quando l’ultima volta l’Italia ha presieduto il semestre europeo era il 2003 e due paesi chiesero di sforare il 3%: Germania e Francia. Noi non chiediamo di violare la regola del 3% a differenza loro ma come la Germania di allora però vogliamo smettere di viverle come un elenco di raccomandazioni, come la lista della spesa che tutte le volte ci capita tra capo e collo e sembra essere l’elenco di cose da fare che trasforma l’Ue in una vecchia zia noiosa che ci da i compiti da fare”.

Inoltre Renzi ha avanzato una proposta: mille giorni per cambiare l’Italia, con un cronoprogramma dettagliato e un pacchetto di riforme individuato punto per punto. “Su questo sfidiamo il Parlamento: potete mandarci a casa domani mattina”, ha detto a Montecitorio. “L’Italia si presenta al semestre di presidenza Ue con un pacchetto unitario di riforme, che rende giustizia anche di alcune critiche rivolte al governo in questi primi 4 mesi, ovvero che mancasse una cornice complessiva, un quadro unitario, come se mettessimo a caso dei pezzi di puzzle. Noi abbiamo una cornice, evidentemente non l’abbiamo spiegata bene. Allora dico che il semestre deve essere occasione per un pacchetto di riforme, cui darei un riferimento cronologico – ha spiegato – dopo i primi 100 giorni più o meno scoppiettanti ci prendiamo un arco di tempo di mille giorni: dal 1 settembre al 28 di maggio del 2017. Un arco temporale ampio, sul quale sfidiamo il Parlamento: la nostra legittimazione viene dalle Camere, potete mandarci a casa domani mattina”.

Un arco di tempo quasi triennale “nel quale individuare punto per punto, e questo sarà il lavoro da fare entro il 1 settembre, cosa proponiamo nello specifico ai cittadini: quali infrastrutture, quali modifiche al fisco, diritti, agricoltura, Pa, welfare. Tre anni, per migliorare il Paese, per riportare l’Italia a fare l’Italia: non farsi dettare l’agenda da un soggetto esterno, fare le riforme perchè sono necessarie, non perchè ci sono imposte”. (TMNews)