I millenals mangiano sempre più cibo che fa bene al corpo e all’ambiente. Secondo una ricerca realizzata dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (su un campione di oltre 800 ragazzi tra i 18 e i 30 anni in tutte le regioni italiane), 6 ragazzi su 10 hanno un atteggiamento positivo nei confronti della sostenibilità (62%) e considerano le diete sostenibili sicure dal punto di vista nutrizionale (73%) e senza particolari ripercussioni sulla vita sociale (64%). L’indagine BCFN mostra come i millennials puntino su una dieta che faccia bene non solo al corpo, ma anche all’ambiente. Una scelta, questa, che li spinge sempre più a consumare cereali, olio di oliva, frutta e verdura. Tra le scelte alimentari seguono carne bianca e latticini, poco dopo si posizionano legumi (segno che ancora c’è qualche passo da fare per l’adozione di una dieta pienamente sostenibile), affettati e carni conservate, carni rosse e dolci. Più limitati, invece, appaiono i consumi di uova e pesce, bevande zuccherate e grassi. Un atteggiamento che avvicina i nostri millennials ai “Climatariani”, come ha definito il New York Times quanti seguono una dieta attenta a invertire il cambiamento climatico. Un comportamento alimentare che include mangiare cibo prodotto localmente (per ridurre l’energia spesa nel settore dei trasporti), la scelta di carne di maiale e di pollame, invece di manzo e agnello (per limitare le emissioni di gas) e l’utilizzo di ogni parte di ingredienti (torsoli di mela, croste di formaggio, ecc.) per limitare lo spreco di cibo.
C’è tuttavia un però. Il 61% degli intervistati pensa che queste siano anche “poco sostenibili” da un punto di vista economico, oltre ad avvertire una mancanza di prodotti alternativi (43%). Per Barilla perà si tratta di un’errata convinzione, perché sia gli studi internazionali che una analisi basata sulle informazioni della banca dati dell’Osservatorio dei Prezzi italiano relative al mese di aprile 2015 dimostrano che mangiare sano non costa di più: un menù vegano e uno vegetariano presentano un costo pressoché equivalente tra loro sia a Milano sia a Napoli, mentre quello a base di carne risulta più caro di oltre 0,85 euro al giorno. Se poi si combina il menù con carne e quello vegetariano, i risultati mostrano che si arriva a risparmiare quasi 4,50 euro alla settimana, più di 230 euro all’anno. Nel concreto, i millennials per contribuire alla lotta allo spreco di cibo nel 59% dei casi dicono di “comprare solo quello che prevedono di consumare”, mentre il 70% “controlla le date di scadenza e le tiene ben in vista anche nel frigo e nelle credenze”. Altri si spingono anche oltre: più della metà del campione (6 su 10) “riutilizza gli avanzi di cibo, lo conserva nel modo giusto e cerca di tenere sotto controllo il consumo di carne, uova e formaggi” (cibi che hanno anche un maggior impatto ambientale).
Se, invece, andiamo ad analizzare le azioni green che quotidianamente i giovani mettono in atto (al di là delle scelte alimentari) scopriamo che la raccolta differenziata è la pratica più diffusa. Seguono l’acquisto di frutta e verdure di stagione, scelta portata avanti soprattutto dalle ragazze un po’ più grandi di età e che vivono nelle regioni del Sud Italia. Poco dopo troviamo la riduzione degli sprechi (usano solo lampadine a risparmio energetico) e il risparmio idrico ed energetico (limitano il consumo di acqua).