Economia

Mini-voluntary su case e conti all’estero, ecco la norma contestata da Di Maio

Il condono della cosiddetta ‘pace fiscale’ si estende anche all’imposta sul valore degli immobili all’estero e all’imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero. Si tratta di due imposte, quella sulle case (Ivie) e quella sui conti detenuti all’estero (Ivafe) che hanno riacceso lo scontro all’interno della maggioranza portando il vicepremier Luigi Di Maio a contestare apertamente la norma ritenuta uno scudo fiscale e minacciando di non votare il decreto se non verrà modificato.

Per come è scritta la norma nell’articolo 9 del decreto (del 16 ottobre ore 10.30 quindi successivo al Consiglio dei ministri) si tratterebbe di un mix tra l’integrativa e una mini-voluntary disclosure. Le due imposte Ivie e Ivafe, infatti, si potevano già regolarizzare negli anni scorsi attraverso la voluntary (nella quale però si pagava anche sanzione su mancata dichiarazione su redditività dei conti). La norma (che dopo il terremoto politico dovrebbe essere modificata) ora stabilisce che queste due imposte oltre-confine evase potranno essere sanate con lo stesso meccanismo della pace fiscale pagando il 20% del dovuto senza sanzioni e interessi, integrando dichiarazioni già effettuate. Per diventare una voluntary piena mancherebbe la regolarizzazione del quadro RW sul monitoraggio fiscale, dove il contribuente denunciava l’esistenza di conti e immobili all’estero e regolarizzava pagando la sanzione agevolata. Resta, invece, solo l’inclusione di Ivie e Ivafe nel perimetro del 20%.

“Fino al 31 maggio 2019 i contribuenti possono correggere errori od omissioni ed integrare, con le modalità previste dal presente articolo, le dichiarazioni fiscali presentate entro il 31 ottobre 2017 ai fini delle imposte sui redditi e relative addizionali, delle imposte sostitutive delle imposte sui redditi, delle ritenute e dei contributi previdenziali, dell’imposta sul valore degli immobili all’estero, dell’imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero”, si legge nel primo comma del contestato articolo 9 del dl fiscale e evidenziato da Di Maio ospite di Porta a Porta. Di Maio punta il dito anche sul comma 9 dello stesso articolo che prevede la non punibilità per alcuni reati tributari e anche per i due gravi reati (previsti dal 648-bis, 648-ter, 648 ter1 del codice penale) il riciclaggio, l’autoriciclaggio e l’impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (con l’eccezione di terrorismo e analoghi).

Tutte misure già utilizzate in passato per rendere appetibile la voluntary che sospendeva il reato di riciclaggio e autoriciclaggio altrimenti nessuno sarebbe stato incentivato a pagare un ammenda ridotta, regolarizzare la propria posizione con il fisco e riportare i capitali in Italia, per poi essere punito. Operazioni rigettate dal ministro pentastellato che fino a ieri ha continuato a invocare il carcere per chi evade. In generale il decreto, rispetto a quanto raccontato in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri di lunedì, prevede un condono a maglie più larghe con una sanatoria estesa ai contributi previdenziali, alle imposte sostitutive e anche all`Iva, con un tetto di 100 mila euro non onnicomprensivo, ma per singolo tributo e per ogni periodo di imposta.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it
Condividi
Pubblicato da