Ministero Politiche agricole firma il decreto: per latte e formaggi origine obbligatoria in etichetta
SICUREZZA ALIMENTARE Il provvedimento si applica al prodotto vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale
Il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima in etichetta in maniera “chiara, visibile e facilmente leggibile”. Lo ha reso noto il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali spiegando che è stato firmato dal titolare del dicastero Maurizio Martina e dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, il decreto che introduce in etichetta l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia. La firma segue il parere positivo delle Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato e l’intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni.
Con questo nuovo sistema, una vera e propria sperimentazione in Italia, sarà possibile indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte Uht, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. Il provvedimento si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale. Le diciture utilizzate nell’etichetta saranno le seguenti: “Paese di mungitura: nome del Paese nel quale è stato munto il latte”; “Paese di condizionamento o trasformazione: nome del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte”. Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo di una sola dicitura: ad esempio “Origine del latte: Italia”. Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più Paesi, diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: latte di Paesi Ue se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei; latte condizionato o trasformato in Paesi Ue se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei.Se le operazioni avvengono al di fuori dell’Unione europea, verrà usata la dicitura “Paesi non Ue”. Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato.