Minniti a Parlamento Ue: foreign fighters nei flussi migratori

Il ministro dell’Interno”Fuggono in ritirata confusa dopo la rotta dell’Isis”

Minniti a Parlamento Ue: foreign fighters nei flussi migratori

Il ministro dell’Interno Marco Minniti, intervenendo al Parlamento europeo a Bruxelles, ha avvertito che la presenza nei flussi migratori in arrivo nell’Ue di “foreign fighters” di ritorno dall’Isis, dopo la sconfitta militare subita sul campo in Siria e in Iraq, è “un’ipotesi che non possiamo scartare”. Minniti ha parlato durante un convegno dell’Europarlamento sull’inclusione finanziaria dei migranti.  Oggi, ha detto il ministro dell’Interno, “viviamo una fase nuova della minaccia dello Stato islamico: ha subito uno scacco militare, con la caduta delle due capitali Mosul e Raqqa, soprattutto Raqqa”. Ma, ha sottollineato, lo Stato islalmico “non è morto. Anzi, è ragionevole pensare che, dopo una sconfitta militare, ci possa essere un elemento di accentuazione della sfida di carattere terroristico”. “Queste organizzazioni – ha proseguito Minniti – usano il terrorismo per dimostrare di avere forza, capacità di attrazione e di reclutamento… E non c’è dubbio che l’esito della vicenda dei ‘foreign fighters’ segnerà i prossimi mesi e anni, e sarà una questione cruciale per l’Europa”, perché se “una parte di questi ‘foreign fighters’ sono morti sui campi di battaglia, ma un’altra parte tenterà di ritornare verso i luoghi di partenza, in Europa e Nord Africa”. “Queste organizzazioni – ha proseguito Minniti – usano il terrorismo per dimostrare di avere forza, capacità di attrazione e di reclutamento… E non c’è dubbio che l’esito della vicenda dei ‘foreign fighters’ segnerà i prossimi mesi e anni, e sarà una questione cruciale per l’Europa”, perché se “una parte di questi ‘foreign fighters’ sono morti sui campi di battaglia, ma un’altra parte tenterà di ritornare verso i luoghi di partenza, in Europa e Nord Africa”.  Dunque, ha concluso Minniti, “è del tutto evidente che il controllo dei confini, del confine meridionale della Libia e dei confini marittimi del Nordafrica diventa una questione cruciale non soltanto sul terreno dei flussi migratori, ma anche sul terreno delle politiche antiterrorismo”.