A porre l’accento sul bisogno di ridare al Pd un’identita’ di sinistra, di portare avanti misure per rispondere ai temi sociali da tempo posti dalla minoranza. Anche Cuperlo chiedera’ al premier quella “flessibilita’” che, a suo dire, serve a ricompattare la comunita’. “Prodi ha fatto un’analisi importante”, dice Giorgis, “serve un cambio radicale, basta mettere la testa sotto la sabbia”, rilancia Fornaro. Pensioni, sanita’, autonomie locali, necessita’ di rintrodurre l’Imu, provvedimenti a favore della poverta’, ossigeno per gli enti locali, recupero delle periferie: l’elenco e’ lungo e Speranza, con l’apporto di dati sulle amministrative, rilancera’ la sua ricetta. Seguendo anche la traccia del ministro Padoan che, sottolinea un altro deputato ‘ribelle’, ha indicato la strada degli investimenti e non dei bonus elettorali. Altrimenti – mette in chiaro anche un altro senatore – noi non saremo piu’ disponibili a lasciare all’esecutivo una delega in bianco sulle leggi.
Sul tavolo, insomma, anche il ‘basta fiducie’, e al di la’ della stabilita’ in autunno a palazzo Madama sono ancora diversi i temi da affrontare, ad iniziare dalla giustizia. Ma i numeri a palazzo Madama – considerati anche i mal di pancia dei centristi e di una parte di ‘Ala’ – potrebbero essere a rischio. Intanto la minoranza chiedera’ al segretario di fornire risposte prima di accennare all’argomento referendum con l’auspicio che Renzi raccolga l’assist sull’agenda economica poer rilanciare l’azione dell’esecutivo. Sul territorio – spiegano fonti parlamentari – c’e’ difficolta’ anche nella raccolta di firme. L’allarme per l’appuntamento di ottobre – al di la’ dell’irritazione per l”intervista di D’Alema che ha annunciato il suo no – risuona anche tra i renziani che non nascondono la difficolta’ per vincere la sfida e si aspettano non che l’appuntamento venga ‘spersonalizzato’ o meno, ma una strategia vincente per convincere i cittadini a partecipare alla consultazione.