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Mise, “entro la settimana nuovo ministro”. Bellanova in pole position, c’è anche opzione outsider

Matteo Renzi assume l’interim del ministero dello Sviluppo, ma sarà brevissimo: “Nell’arco dei prossimi giorni proporrò al presidente della Repubblica di individuare un nuovo ministro per lo Sviluppo Economico”. Dunque il sostituto di Federica Guidi arriverà, precisano ulteriormente fonti di governo, “entro la settimana”. A dispetto dei tempi brevi, un nome ancora non sembra esserci: si rafforza però l’idea di far cadere la scelta su un politico. Una direzione motivata dal clima creato dal caso Guidi, che rischia di veder finire nel mirino delle polemiche qualsiasi nome che provenga dal mondo dell’impresa. E allora si dovrebbe tornare sui nomi di Teresa Bellanova e di Claudio De Vincenti, da subito indicati come ‘papabili’. Tuttavia, nelle ultime ore le quotazioni di entrambi sembrano in calo: la prima – spiegano fonti parlamentari Pd – perchè “molto brava, bravissima, sulle crisi industriali: ma il Mise è anche programmazione e rapporti internazionali”. Il secondo, spiegano le stesse fonti, perchè “svolge un lavoro enorme e fondamentale come sottosegretario a palazzo Chigi, e potrebbe essere complicato privarsene per avere il terzo sottosegretario alla Presidenza dopo lui e Delrio”.

Ragioni che fanno pensare a molti nel Pd che Renzi possa alla fine optare per un terzo nome: magari non renziano puro, anche se difficilmente potrà essere dell’area di Martina. Un’ipotesi è quella di Francesco Boccia, economista e presidente della commissione Bilancio della Camera. Più difficile che possa essere Matteo Colaninno, che anche se parlamentare da diverso tempo e già responsabile economia del Pd è pur sempre il figlio di un industriale, proprio come la Guidi. Insomma tempi brevi, ma un rebus ancora complicato: tanto che alla fine i nomi di Bellanova e De Vincenti restano comunque in corsa. Resta la determinazione di Renzi a chiudere in settimana, per dare concretezza alla linea scelta per arginare i contraccolpi del caso Guidi: “Sbloccare opere, attrarre investimenti”, ripete il premier da giorni come un mantra. E magari dare anche un segnale concreto non solo ai grandi gruppi e alle multinazionali, ma anche alle Pmi: “C’è molto da fare per le piccole e medie imprese, c’è un problema di tasse, ma soprattutto burocratico. Semplificare, non fare perdere giornate per un modulo o un rimborso, è più urgente per me che non abbassare le tasse”, ha spiegato il premier nella diretta sui social media.

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redazione