‘Miseria e nobilita”, film-capolavoro di Toto’ del 1954, rinasce in una versione restaurata a 4k grazie ai professionisti della Cineteca nazionale del Centro sperimentale di Cinematografia di Roma. L’opera e’ stata presentata in una serata al teatro San Carlo di Napoli che chiude le manifestazioni per i 50 anni dalla morte del Principe della risata, e sara’ proiettata alla Festa del Cinema di Roma. “Anche nella scena che sembrerebbe piu’ teatrale, l’abbuffata di spaghetti sulla quale finisce il primo tempo, la dinamica dei movimenti degli attori richiede la macchina da presa, perche’ senza di essa gran parte delle situazioni si perderebbero, compresa l’incetta di pastasciutta che finisce nelle tasche di Toto'”: cosi’ Mario Mattoli, il regista della pellicola tra le piu’ famose delle 108 interpretate da Toto’, sottolineava orgogliosamente come il film non fosse una mera trasposizione di una rappresentazione teatrale della celebre commedia di Edoardo Scarpetta del 1887. “A nessun altro sarebbe venuto in mente di arrivare all’intervallo su quella scena degli spaghetti in tasca. A nessuno. E si poteva fare solo al cinema, perche’ a teatro non si sarebbe capito niente”, raccontava ancora. Il restauro ha avuto la supervisione per le immagini di Giuseppe Lanci, per il sonoro di Federico Savina, e per il colore di Pasquale Cuzzopoli. Un ritorno dunque di Toto’ al San Carlo, e anche di Sophia Loren, allora 20enne ma gia’ con decine di film alle spalle, che proprio nel Massimo napoletano gira tra l’altro la scena in cui si esibisce come ballerina. Il film, prodotto da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, arrivava in un momento magico per il principe di Bisanzio, titolo nobiliare rivendicato in tribunale dall’artista, dopo i successi di ‘Toto’ colori’ e ‘Guardie e Ladri’, e, come ricorda il presidente del Centro sperimentale, Felice Laudadio, frutto al botteghino nel 1956 l’equivalente di 40 milioni di euro.
L’operazione di recupero della pellicola, realizzata da Cineteca Nazionale in collaborazione con Movietime S.r.l., e’ partita dai negativi in nitrato e dalla colonna sonora. Il film e’ stato scansionato in 4K e poi restaurato digitalmente per eliminare le numerosissime spuntinature e le fluttuazioni di densita’ presenti nel negativo. La correzione del colore cercando di restituire la resa cromatica tipica della pellicola Ferraniacolor, che valorizza i colori rosso e verde acqua. Tutte le lavorazioni sono state eseguite presso il laboratorio Augustus Color di Roma. “Nonostante sia uno dei film con Toto’ piu’ visti in televisione, ‘Miseria e nobilta” in quanto pellicola era ad altissimo rischio di sparizione – spiega Lanci – il negativo era in condizione fisiche estremamente delicate, e abbiamo dovuto scannerizzarlo per iniziare il restauro digitale, con tempi di scansione lentissimi, per non rovinarlo. Io ho controllato un rullo di prova in diverse versioni, provenienti da fonti diverse (negativo, internegativo e altre copie). Lo scopo era individuare un incarnato dei volti il piu’ possibile vicino al reale, perche’ i colori della pellicola Ferraniacolor utilizzata per il film sono sempre molto ‘finti’, a cominciare dai verdi, e l’incarnato della pelle e’ sempre l’unico punto di riferimento sicuro. C’erano molte fluttuazioni di colore, a volte all’interno della stessa inquadratura un viso inizialmente roseo si scoloriva, e’ stata la parte piu’ difficile del lavoro. Il Ferraniacolor era una pellicola molto complessa gia’ all’epoca”.
“La mia idea di restaurare un’opera e’ di ‘conservarla’, ovvero riportarla al suo stato primigenio. In questo caso parliamo di un film degli anni ’50, con il sonoro in mono, con alcune parti doppiate, realizzato con una tecnologia che e’ poi quella tipica di tutto il cinema sonoro fino alla nascita del Dolby negli anni ’80”, sottolinea Savina. Per questo non sono stati eliminati il ‘fondo’ e i ‘fruscii’, cioe’ “l’ambiente sonoro che restituisce la storia del film, la sua coralita’, la sua capacita’ di parlare in modo lieve e musicale di temi tragici”. “Abbiamo deciso di contribuire al recupero di una delle pellicole piu’ famose di Toto’, che grazie a un lungo e complesso restauro ha ritrovato colori e suoni che, dal 1954, erano andati perduti nel tempo. Abbiamo fatto riaffiorare un pezzo importante della memoria storica del cinema e, da oggi, lo lasciamo in eredita’ alle nuove generazioni perche’ tengano viva nel tempo l’arte del principe della risata”, dice il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. E il soprintendente del San Carlo, Rosanna Purchia, evicenzia come “tra il lirico di Napoli e ‘Miseria e Nobilta” esiste un legame speciale, dovuto anche all’ambientazione di alcune scene proprio al Massimo napoletano. Motivo per cui l’anteprima della proiezione del restauro trova nel San Carlo una sede di particolari suggestioni e significati, fino a costituire una sorta di operazione metacinematografica e metateatrale”. Gli episodi sancarliani sono un cult nell’immaginario collettivo, e cioe’ le celebri gag della lettera al forestiero e della fotografia agli sposini, che avvengono sotto il porticato del teatro, e le scene delle prove e della gran soire’e in onore dello Scia’ di Persia, negli interni del palcoscenico e della sala del Niccolini.