Arrivano le prime pubblicazioni sui risultati scientifici della missione di difesa planetaria NASA DART-LICIACube, che vede la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana con il coordinamento scientifico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. La sonda Dart (Double Asteroid Redirection Test) lo scorso 26 settembre ha colpito con successo l’asteroide Dimorphos, satellite naturale dell’asteroide Didymos, modificandone la traiettoria.
L’impatto è stato documentato dal cubesat dell’ASI, LICIACube. Il sistema di asteroidi, in quel momento situato a circa dieci milioni di chilometri dal nostro pianeta, non rappresentava di per sé una minaccia per la Terra, ma è stato essenziale per testare per la prima volta la tecnica dell’impatto cinetico: una tecnologia che potrebbe rivelarsi utile per proteggere il nostro pianeta dall’eventuale impatto di un asteroid minaccioso.
I preziosi dati acquisiti dalla missione sono stati oggetto di studio da parte della comunità scientifica mondiale. Sulla rivista Nature sono stati pubblicati i primi cinque articoli sui risultati scientifici della missione, tre dei quali coinvolgono il team di LiciaCube composto da ricercatori di ASI, INAF, IFAC-CNR, Politecnico di Milano, Università di Bologna e Università Parthenope.
Il primo studio ha determinato la quantità di moto trasferita a un asteroide mediante impatto cinetico. Il risultato ottenuto indica che a seguito dell’impatto di DART sull’asteroide Dimorphos, è stato trasferito sull’asteroide un impulso maggiore scaturito dal getto del materiale sollevatosi dalla superficie di Dimorphos, che dall’impatto in sé.
La seconda pubblicazione riporta le osservazioni effettuate dall’Hubble Space Telescope da 15 minuti fino a circa 18 giorni dopo l’impatto. Queste osservazioni hanno rivelato una complessa evoluzione dei getti del materiale espulso, dominati dall’interazione gravitazionale tra il sistema binario di Didymos e la polvere espulsa, e successivamente dalla pressione della radiazione solare.
Il materiale espulso a velocità più bassa si è disperso formando una coda, che ha mostrato una morfologia coerente con lo scenario di code asteroidali attribuite a impatti. Il terzo studio mostra le immagini ottenute nel corso dell’avvicinamento di DART a Dimorphos, fino al momento dell’impatto cinetico della sonda stessa. Le immagini mostrano la ricostruzione dell’evento inclusa la sequenza temporale che ha portato all’impatto, la posizione e la natura del sito di impatto di DART e le dimensioni e la forma di Dimorphos.
“A poco più di cinque mesi dall’impatto, le immagini acquisite da LICIACube si confermano essere una sorgente di informazione unica per svelare la natura di corpi celesti di grande fascino e interesse come gli asteroidi”, ha commentato Angelo Zinzi, Project Scientist ASI di LICIACube. “Questa missione tutta italiana è stata fondamentale anche per permettere di valutare per la prima volta l’efficacia di una tecnica per la rimozione di asteroidi potenzialmente pericolosi.
Il lavoro del team scientifico è tutt’altro che finito e nei prossimi mesi ci aspettiamo nuove pubblicazioni basate anche solo sui dati LICIACube”. Elisabetta Dotto, ricercatrice INAF e coordinatrice scientifica del team di LICIACube ha commentato: “Vengono pubblicati oggi i primi risultati scientifici della missione DART. È stata un incredibile successo e LICIACube ha svolto un ruolo chiave nel testimoniare questo evento, acquisendo immagini uniche e di grande valore scientifico”.