Misterioso foro su una Sojuz, forse fatto con un trapano

6 settembre 2018

“Stiamo cercando di capire se si tratta del foro di un trapano o no”. Mistero sulla Stazione spaziale internazionale dopo la perdita di pressione registrata il 30 agosto 2018 a causa di questo buco di circa 2 millimetri rivenuto nel modulo orbitale di una delle navette Sojuz attualmente attraccate alla Stazione spaziale internazionale, la Ms-09 e che – secondo i media russi – avrebbe indotto la Roscosmos a parlare addirittura di un possibile “sabotaggio”.

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La voce che si sente nella registrazione è quella dell’interprete che traduce, in tempo reale, in inglese le comunicazioni tra i cosmonauti russi e il centro di controllo di Mosca. All’inizio si era parlato del possibile impatto di un micrometeorite ma man mano che le analisi sono andate avanti si è delineato tutt’altro scenario. Stando a quanto riportato dalla stampa russa, il foro potrebbe essere stato praticato a terra, durante la fase di costruzione della navetta, proprio con un trapano, forse per errore, da un tecnico (già individuato) che poi avrebbe nascosto la malefatta tappando il buco e tacendo la cosa agli ingegneri di Roscosmos. La toppa però in orbita ha ceduto e ha costretto l’equipaggio dell’Iss dapprima a un’affannosa ricerca della causa dell’avaria e poi a una riparazione estemporanea.

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Va detto che l’equipaggio, di cui fa parte l’astronauta tedesco dell’Esa, Alexander Gerst, prossimo comandante della base, non solo è addestrato e preparato ad affrontare questo tipo di situazioni ma non ha mai corso un reale pericolo, vista la modesta entità dell’avaria. Inoltre la perdita era nel modulo abitativo della Sojuz, destinato a bruciare nell’atmosfera, e non in quello che serve per il rientro sulla Terra. Resta però inquietante – se confermato – il fatto che un tecnico abbia potuto commettere e poi nascondere un simile errore, mettendo in pericolo la vita delle persone a bordo della navetta. Di certo un grande imbarazzo per Roscomos e la Rkk Energija, ezienda russa che costruisce le Sojuz, che stanno investigando sull’accaduto e passando al setaccio le altre navette in costruzione, costrette a chinare il capo davanti ai partner internazionali.

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La Stazione spaziale internazionale è frutto della cooperazione delle agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa), Europa (Esa), Canada (Csa-Asc), Giappone (Jaxa) e Russia con un’importante partecipazione italiana; è “made in Italy”, infatti, circa il 50% dei moduli pressurizzati della base. Al momento, però, la Russia è l’unico Paese ad assicurare a pagamento, con le navette Sojuz, il viaggio di astronauti e cosmonauti per la Iss e ritorno; almeno fino al 2019 quando, gradualmente, dovrebbero entrare in servizio le nuove navette “commerciali” americane Starliner di Boeing e Dragon Crew di SpaceX.

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