Mite e Farnesina: da Algeria altri 4 miliardi metri cubi di gas

“Passo avanti per indipendenza energetica”. Da inizio anno, consegnato all’Italia 13,9 miliardi di metri cubi

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L’Algeria ha deciso di aumentare di altri 4 miliardi di metri cubi le sue forniture di gas all’Italia, a partire dalla prossima settimana. I 4 miliardi supplementari saranno consegnati dalla compagnia nazionale Sonatrach a Eni e ad altri clienti italiani. Lo riferisce l’agenzia di stampa algerina APS secondo cui da inizio anno, l’Algeria ha già consegnato all’Italia 13,9 miliardi di metri cubi superando del 113% i volumi previsti, e prevede ancora di consegnare al nostro paese, entro la fine del 2022, altri sei miliardi di metri cubi.

Per l’agenzia di stampa algerina, il paese nordafricano “ha relazioni privilegiate con l’Italia” e “questa decisione rafforza ancora i legami storici fra l’italiana Eni e il gruppo petrolifero algerino Sonatrach”. Aps ricorda che le forniture all’Italia di gas algerino sono state al centro di colloqui che ha avuto il presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune, col suo omologo italiano, Sergio Mattarella, e col presidente del Consiglio, Mario Draghi. Le due parti hanno convenuto di accrescere il partenariato energetico fra i due paesi. 

“Prosegue con successo il percorso di diversificazione dei fornitori di gas per l’Italia – annunciano MiTE e Farnesina -. Il nostro Paese si assicura 4 miliardi aggiuntivi di metri cubi di gas dall’Algeria, in aggiunta ai 21 miliardi già previsti sulla base degli accordi internazionali siglati dal Governo nelle scorse settimane. Un ulteriore passo nella strategia portata avanti dall’esecutivo e che, grazie anche al lavoro degli operatori italiani, mette in sicurezza il Paese, già nel breve termine, sul fronte dell’approvvigionamento di gas”. 

Produzione Italia al minimo storico

Nel 2021 il consumo netto di gas naturale è aumentato di 5,6 miliardi di metri cubi, attestandosi a 74,1 miliardi di metri cubi (+8,1% rispetto al calo record del 2020), mentre la produzione nazionale, ha registrato il minimo storico crollando del 16,7% rispetto al 2020, che già aveva subito una pari riduzione. E’ quanto si legge nella Relazione annuale dell’Arera. Sono stati complessivamente estratti 3,3 miliardi di metri cubi di gas naturale: 1,87 miliardi dal mare e 1,6 dai campi situati in terraferma. Il grado di dipendenza dell’Italia dalle forniture estere è salito al 93,5% (dal 92,8% del 2020).

In dettaglio, secondo i dati riportati dall’Arera, Eni controlla poco meno del 70% della produzione, dal 71,6% dell’anno precedente, a distanza il gruppo Royal Dutch Shell al 16%. Nel 2021 l’Italia ha importato 6,6 miliardi di metri cubi di gas naturale in più rispetto al 2020: le importazioni lorde sono infatti salite a 73 miliardi di metri cubi, evidenziando un incremento del 9,9% rispetto al 2020. Si è fatto un maggiore ricorso agli stoccaggi e a fine anno i prelievi sono risultati di 1.591 milioni di metri cubi superiori alle immissioni (erano 1.076 milioni di metri cubi nel 2020). Il gasdotto TAP, entrato a regime nel suo primo anno di funzionamento ha condotto in Italia 7,2 miliardi di metri cubi, portando l’Azerbaigian al terzo posto nella classifica dei paesi da cui importiamo gas dopo Russia e Algeria. Nel 2021, quindi, il peso della Russia tra i paesi che esportano in Italia è diminuito al 40% (era al 42,9% nel 2020), mentre la quota dell’Algeria è risalita dal 22,8% al 30,8%.

Al terzo posto per importanza, come detto, si è posizionato l’Azerbaigian con una quota del 9,9%. Nella classifica vi sono poi: il Qatar, da cui arriva il 9,4% del gas complessivamente importato in Italia (10,5% nel 2020), seguito dalla Libia, al 4,4% e dalla Norvegia al 2,7% (era al 10,4% nel 2020). L’incidenza delle importazioni dal Nord Europa (cioè da Norvegia e Olanda insieme) si è quindi fortemente ridotta dall’11,8% al 3,1% nel 2021. Dei 73 miliardi di m3 di gas importato in Italia, 9,9 miliardi di m3 sono giunti via nave. Accanto alle tradizionali – e maggioritarie – provenienze dal Qatar e dall’Algeria che insieme incidono per l’82% di tutto il GNL importato, nell’importazione via nave degli ultimi anni stanno assumendo importanza altri paesi: in primis dagli Stati Uniti, divenuti molto significativi dal 2019, e dalla Nigeria, i cui quantitativi stanno aumentando da tre anni.

Eni rimane al primo posto delle imprese importatrici, con una quota di mercato del 48,4% (47,3% nel 2020). L’aumento delle importazioni di Eni (+15,8%) è di poco superiore a quella evidenziata dal totale delle importazioni nazionali. Insieme i primi tre importatori hanno approvvigionato il 72,4% del gas entrato nel mercato italiano (era 76,1% nel 2020). I volumi di gas esportato sono quintuplicati rispetto al 2020, salendo da 316 milioni di m3 a 1,5 miliardi di m3. L’incremento delle esportazioni, che si è manifestato specialmente nell’ultimo trimestre dell’anno, è stato favorito da una situazione che allora vedeva un’abbondanza di gas e ha reso il gas italiano più conveniente rispetto a quello acquistabile al TTF.