L’ex generale serbo bosniaco Ratko Mladic si è presentato davanti ai giudici del tribunale internazionale delle Nazioni Unite dell’Aja per presentare un ricorso contro la condanna emessa a suo carico dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia nel 2017 per genocidio e crimini contro l’umanità. Il Boia di Srebrenica era stato condannato all’ergastolo per aver ideato crimini da parte delle forze serbo-bosniache e per il suo ruolo nella guerra in Bosnia (1992 – 1995), che provocò circa 100.000 morti e 2,2 milioni di sfollati. L’appello avviene presso il Meccanismo residuale internazionale per i tribunali criminali, l organismo che ha preso il posto del Tribunale penale internazionale dell Aja per i crimini nella ex Jugoslavia (Tpi).
L’avvocato di Mladic, Dragan Ivetic ha dichiarato che l’ex capo militare serbo-bosniaco potrebbe non essere mentalmente idoneo a prendere parte all’udienza e ha avvertito che andare avanti potrebbe portare a un errore giudiziario. “Non sono in grado di ottenere da lui istruzioni corrette e non sono sicuro che possa seguire adeguatamente il procedimento”, ha aggiunto il legale riferendosi all’assistito. Ma la corte ha stabilito che le condizioni non giustificavano un ulteriore ritardo.
Mladic, già ribattezzato il macellaio di Bosnia (o dei Balcani), eluse la giustizia per quasi 16 anni. Le accuse nei suoi confronti sono state formulate nel luglio 1995, ma venne arrestato in Serbia soltanto nel maggio 2011 e trasferito all’Aia per essere processato. Anche il suo ex maestro politico, Radovan Karadzic, è stato condannato per genocidio, per aver supervisionato le atrocità commesse dalle forze serbo-bosniache durante la guerra. Il suo appello è stato respinto quasi integralmente e i giudici hanno elevato la pena da 40 anni all’ergastolo.