[sz-youtube url=”http://youtu.be/nnRvwga-58g” /]
Apparentemente il governo di Kiev sta guadagnando terreno e la crisi ucraina potrebbe essere a una svolta. La bandiera gialla e blu sventola a Slaviansk, città roccaforte del separatismo filo russo, ma il presidente Petro Poroshenko è il primo a non fare proclami. “Non sono nemmeno lontanamente euforico – ha detto il Capo dello Stato in tv – la situazione resta molto difficile. I terroristi si stanno riorganizzando nelle principali città e molte sfide sono ancora da affrontare”. Pragmatismo politico, certo, ma anche la necessità di tener alta l’attenzione. Oltre che un chiaro monito ai separatisti.”I miei ordini – ha aggiunto Poroshenko – non sono cambiati: dobbiamo circondare i terroristi e continuare le operazioni per liberare le regioni di Donetsk e Lugansk”. A riprova del fatto, ecco le immagini che mostrano l’arrivo a Donetsk di mezzi corazzati e carri armati. Scene che fanno ripensare, per esempio, all’invasione sovietica di Praga nel 1968 e che confermano che in Ucraina la guerra civili è tutt’altro che finita.