Non basta staccare un assegno in favore della Chiesa o andare a messa e comunicarsi tutte le domeniche per piacere a Dio. Occorre praticare la giustizia, ad esempio, non pagando ‘in nero’ i propri operai o trattandoli “ingiustamente”. Papa Francesco, ha citato San Giacomo ed è tornato a ripetere, all’inizio del periodo quaresimale che la fede senza le opere “è morta”. Così come riporta la cronaca della Radio Vaticana, Francesco nell’omelia di stamane durante la messa a Santa marta ha toccato il tema dei falsi digiuni.
“Così, – ha detto – se uno va a Messa tutte le domeniche e fa la comunione, gli si può chiedere: ‘E com’è il tuo rapporto con i tuoi dipendenti? Li paghi in nero? Paghi loro il salario giusto? Anche versi i contributi per la pensione? Per assicurare la salute?”. “Quanti, quanti uomini e donne di fede, hanno fede ma dividono le tavole della legge: ‘Sì, sì io faccio questo’ – ‘Ma tu fai elemosina?’ – ‘Sì, sì, sempre io invio un assegno alla Chiesa’ – ‘Ah, beh, va bene. – ha poi notato il Papa – Ma alla tua Chiesa, a casa tua, con quelli che dipendono da te – siano i figli, siano i nonni, siano i dipendenti – sei generoso, sei giusto?'” si è chiesto. “Tu non puoi fare offerte alla Chiesa sulle spalle della ingiustizia che fai con i tuoi dipendenti. – ha quindi concluso – Questo è un peccato gravissimo: è usare Dio per coprire l’ingiustizia”.