“La Costituzione della Repubblica Italiana sia una bussola per tutti noi, e per me per primo, a partire da quell’articolo 3…”. Si presenta così monsignor Corrado Lorefice, nuovo vescovo di Palermo, nel suo primo discorso alla città. Per radicare il concetto legge per intero lo stesso articolo 3 della Carta: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. In estrema sintesi, non è altro che il cuore del pontificato di Papa Francesco che ha voluto proprio il prelato ispicese, parroco di Modica, alla guida della Chiesa palermitana.
Striscioni con scritto “Benvenuto Don Corrado”, affissi davanti al palazzo Arcivescovile, palloncini colorati, musica, coriandoli e selfie con i fedeli. A Palermo è festa per l’arrivo del nuovo arcivescovo che questo pomeriggio si e’ insediato nel capoluogo siciliano. “Che ci faccio qui? Però, ci sono e ci voglio essere…”, ha detto parlando ai fedeli palermitani. “I nostri occhi sono ricolmi di gioia e gratitudine e i miei si ritrovano innanzitutto a contemplare la bellezza di una città che ora è la mia. La riconosco, iniziando questa avventura con voi, nella sua natura di capitale europea, nella sua tradizione, nella sua bellezza, nel suo essere naturale culla di civiltà – ha aggiunto -. Sento l’esigenza di ricordare la vocazione di pace, di incontro, unità, dialogo e scambio che Palermo si porta scritta nel cuore, l’esigenza di ricordare la sua natura di ponte fra le culture araba, ebraica e cristiana in un tempo storico così difficile in cui tanti evocano e praticano un folle scontro di civiltà, in cui si accentuano e si costruiscono motivi di divisione e di assurda frammentazione fra nord e sud del nostro paese”.
“La bellezza della nostra Palermo oggi appare spesso ferita, la sua antica grandezza afflitta da contraddizioni, la sua civiltà gloriosa piagata dalla violenza e dal sopruso – ha proseguito -. Sono qui stasera per farmi carico anche di tutto questo, per accogliere umilmente i segni del bene diffuso da tutte le donne e gli uomini di buona volontà che lavorano per la bellezza di Palermo”. Per il nuovo vescovo di Palermo “nella sua storia questa città porta i segni della sua rinascita, del suo ritorno a essere guida di una Sicilia diversa, una Sicilia libera dai lacci della mafia, dai veleni del clientelismo e del cinismo, dalla disillusione dei giovani costretti a partire e degli adulti senza lavoro”, ha aggiunto. “Dico tutto questo non da politico o peggio da moralista ma a partire dal Vangelo che sono chiamato a portarvi, ha concluso.
Alla solenne liturgia hanno preso parte il cardinale Paolo Romeo e i due vescovi ‘consacranti’ Antonio Stagliano’, vescovo di Noto, e Paolo De Nicolo’, vescovo titolare di Mariana in Corsica e altri vescovi intervenuti per l’ordinazione. Ad assistere alla funzione religiosa anche il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando oltre ad alcuni sindaci del palermitano. Il Duomo gremito di fedeli; nelle navate laterali e fuori dalla Cattedrale sono stati piazzati alcuni maxischermi per consentire ai fedeli di seguire la cerimonia con la quale Lorefice è stato ordinato vescovo di Palermo.