Operazione conclusa, sono state tutte recuperate sane e salve le persone rimaste bloccate nelle cabine della funivia Plan Maison/Cime bianche laghi che alle 15,30 era stata fermata a causa del vento. Erano in tutto 130 le persone rimaste sospese nel vuoto, all’interno degli ‘ovetti’. Lo conferma all’AGI viene da Adriano Favre, presidente del Soccorso alpino valdostano. Gli uomini del soccorso alpino sono stati costretti ad arrampicarsi sui piloni e poi, agganciati alla fune portante dell’impianto, raggiungere il tetto delle cabine e attraverso la botola entrare e quindi provvedere ad imbragare le persone e calarle diversi metri piu’ in basso. Dove ci sono i ‘gatti delle nevi’ per recuperarli e portarli a valle. Le operazioni di evacuazione sono state avviate alle 16,30 e sono andate avanti lentamente a causa del forte vento.
LE PROCEDURE Anche il comandante del soccorso alpino GdF Courmayeur, Delfino Viglione, sottolinea che “le operazioni sono ostacolate dal vento che provoca oscillazioni dei cavi e i soccorritori devono operare con molta cautela. Si andrà avanti fino a tardi”. Secondo le procedure collaudate, i passeggeri vengono sbarcati dalle cabine e trasferiti, con un gatto delle nevi, a Plan Maison e a Cervinia, dove, se necessario, vengono visitati dai medici del 118. A operare sul posto la Protezione civile, il Soccorso Alpino valdostano, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco (con il “Gruppo fari” per l`illuminazione), il Soccorso sanitario 118 (con tre ambulanze, cinque medici e Nucleo Psicologi dell`emergenza), Corpo forestale della Valle d`Aosta, Croce Rossa Italiana, Volontari di Protezione civile, VVf e 118, personale delle Funivie di Breuil-Cervinia e Forze dell`Ordine. Grazie ad una temporanea riduzione dell’intensità del vento l’elicottero di Air Zermatt, abilitato al volo notturno, viene impiegato nelle operazioni di evacuazione della telecabina Plan Maison/Cime bianche laghi. Oltre all’elicottero svizzero sono impiegati complessivamente circa 60 soccorritori .
UCCISA DA VALANGA Una tragedia, invece, s’è consumata nel Cuneese. Una persona e’ stata travolta e uccisa da una valanga a Vernante mentre si trovava a quota 2.500 metri. Secondo le prime notizie del Soccorso alpino, sul posto con l’elisoccorso, la valanga avrebbe investito altre persone, ma nessuno e’ in pericolo di vita. L’episodio e’ avvenuto in tarda mattinata in val Vermenagna, sotto il monte Pianard al fondo della valle di Palanfre’. Sono stati coinvolti 4 scialpinisti: due di essi sono stati travolti parzialmente e sono rimasti illesi, uno e’ stato sommerso dalla valanga, ma recuperato da altri presenti, mentre il quarto e’ deceduto.
La richiesta di soccorso e’ stata lanciata da alcuni scialpinisti alle ore 12, l’elicottero del 118 e’ giunto sul posto poco dopo e ha immediatamente provveduto a trasportare a monte i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese della stazione di Limone insieme a quelli del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza poiche’ la dimensione della valanga richiedeva un dispiegamento maggiore di persone. La localizzazione della vittima ha pero’ richiesto molto tempo, nonostante indossasse l’Arva, dato che si e’ trattato di una grossa valanga che lo ha trascinato in un canalone molto a valle. Al momento del disseppellimento, gli operatori, con il medico del 118, hanno constatato il decesso dello sciatore. “Lo strato consolidato di neve su cui si sono posate le nevicate recenti crea un piano di scivolamento estremamente insidioso – ha dichiarato Luca Giaj Arcota, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese – inoltre l’innalzamento delle temperature rende i pendii esposti ulteriormente instabili. Siccome da un punto di vista meteorologico queste condizioni dovrebbero mantenersi tali fin verso la fine dell’anno, raccomandiamo la massima prudenza a tutti coloro che intendono affrontare percorsi fuoripista in queste giornate di festa”. (23:24)