Luca Zingaretti festeggia i 20 anni del suo commissario Montalbano insieme al cast della serie più seguita della tv italiana, che ha avuto punte di ascolto di 12 milioni di spettatori e 150 repliche in prima serata. L’11 e 18 febbraio andranno in onda due nuovi episodi tratti da un romanzo e dei racconti di Andrea Camilleri, “L’altro capo del filo” e “Un diario del ’43”. Mentre tenta di far luce su alcuni delitti, nel primo Montalbano affronta con la sua umanità e i suoi pochi uomini l’emergenza degli sbarchi di migranti, mentre nel secondo un anziano vigatese torna a casa dopo una vita negli Stati Uniti.
“Nel corso delle indagini avviene anche che ci siano delle vicende riguardanti i migranti, ma questo non poteva non essere perché il nostro film si svolge in Sicilia, la Sicilia è il primo approdo per questi poveretti che fuggono da fame e da carestie e da guerre e cercano un mondo che sia migliore per loro. Il tema è caldissimo dal punto di vista politico, io non voglio entrare nella politica”. Sono stati 34 i film della serie televisiva venduta in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Asia, ma il commissario e la sua Sicilia in fondo in questi 20 anni non sono molto cambiati. Come non sono cambiati i suoi collaboratori Mimì Augello, Fazio, Catarella, diretti dal primo episodio dal regista Alberto Sironi.[irp]
“E’ interessante vedere come un personaggio, una persona, un essere umano, anche se immaginario, con determinati valori, si sia potuto relazionare a una realtà che invece è cambiata tantissimo e dove quei valori sono un po’ passati di moda” dice Zingaretti. “Montalbano non è un personaggio che ha il cartellino con il prezzo attaccato addosso, oggi siamo tutti molto più inclini a fare dei compromessi, il personaggio di Montalbano è uno invece che la dice chiara e tonda in faccia, che non si lascia abbindolare da falsi desideri indotti da migliaia di cose che ormai ci girano intorno. Assomiglia un po’ come integrità di uomo a quello che potevano essere i nostri nonni. Noi purtroppo questa integrità l’abbiamo perduta ma non possiamo non provare nostalgia per certe cose”.