Montante condannato a 14 anni, l’ex Confindustria a capo rete spie e affari

Montante condannato a 14 anni, l’ex Confindustria a capo rete spie e affari
Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia
11 maggio 2019

Alla sua porta “bussavano tutti”. Aveva creato “un vasto sistema di favori” e di complicita’. E riusciva “a dettare legge” anche in certi ambienti investigativi e istituzionali. Antonello Montante, per anni inattaccabile paladino antimafia, rispettato e temuto presidente di Confindustria Sicilia, centro del suo potere e della sua influenza. Da li’, secondo l’accusa aveva messo in piedi un sistema di potere, relazioni, interessi, dossier e ricatti; una rete di cui erano tasselli anche investigatori ritenuti dai magistrati infedeli, utili a ottenere soprattutto notizie riservate su indagini: una meccanismo di spionaggio che serviva a controllare inchieste e a tutelare interessi e affari.

Un sistema, demolito infine dal suo arresto, dalla reclusione in carcere e ora dalla condanna a quattordici anni di carcere. Pesantissima. Piu’ pesante della richiesta dell’accusa che si era fermata a 10 anni e mezzo. “Alla porta di Montante bussavano tutti”, avevano detto i pm Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso nel corso della requisitoria. Insieme al procuratore Amedeo Bertone avevano parlato di una “genuflessione” anche per il “tengo famiglia”, politici e investigatori si sarebbero prestati cioe’ alle logiche della rete di Montante pure per “sistemare parenti, fratelli, mogli e figli”. Insomma, un “continuo scambio di favori”. Il processo in abbreviato si e’ concluso con cinque condanne e un’assoluzione.

“Il dispositivo della sentenza da largamente conto della fondatezza dell’accusa e dello straordinario lavoro che l’ufficio della Procura di Caltanissetta ha svolto in questi anni e fa giustizia di alcune affermazioni che ho sentito durante il processo”, ha commentato Bertone. Mentre il legale di Montante, Giuseppe Panepinto dice: “I 14 anni sono perfettamente in linea con il clima che si respirava…”. “Considerando che 14 anni con l’abbreviato sono 20 anni di base vale quanto un omicidio…”. “Sono stato condannato a 14 anni? Più della richiesta fatta dalla Procura…”. Così, Antonello Montante ha reagito, al telefono con uno dei suoi legali, l’avvocato Giuseppe Panepinto. Il suo legale ha poi detto che Montante “era molto amareggiato”. E ha annunciato ricorso.

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La sentenza è stata emessa in serata, dopo quasi due ore di Camera di consiglio, dal gup el Tribunale di Caltanissetta Graziella Luparello nel processo abbreviato. Oltre ai 14 anni di Montante, tre anni sono stati inflitti all’ex comandante provinciale della Gdf di Caltanissetta Gianfranco Ardizzone, per lui la Procura aveva chiesto 4 anni e sei mesi di reclusione. Quattro anni a Marco De Angelis, ex funzionario della Questura di Agrigento per il quale la Dda aveva chiesto sei anni e undici mesi. E poi un anno e quattro mesi per il questore di Vibo Valentia Andrea Grassi, assolto per altri due capi, per il quale erano stati chiesti due anni e otto mesi di reclusione. Diego Di Simone, responsabile security di Confindustria ed ex poliziotto è stato condannato a 6 anni e 4 mesi. Per lui chiesti sette anni e un mese di carcere. Infine, assoluzione per Alessandro Ferrara, funzionario Regione siciliana. Accolta così la richiesta della Procura Rispondevano, a vario titolo, dell’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico.

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