Il piano di salvataggio del Monte dei Paschi di Siena dovra’ essere portato a termine entro la fine dell’anno: o attraverso l’operazione approvata dal cda dell’istituto lo scorso 24 ottobre che prevede l’intervento dei privati, o in alternativa tramite il concorso dello Stato. All’amministratore delegato, Marco Morelli, che si e’ recato ieri in visita a Francoforte, la Banca centrale europea non ha concesso dunque deroghe sulla tempistica ma ha aperto alla possibilita’ di un intervento del ministero dell’Economia. Il piano di salvataggio nei giorni scorsi era partito bene con la conversione dei bond in azioni (le adesioni definitive hanno raggiunto quota 1,028 miliardi di euro), ma oggi deve fare i conti con il mutato quadro politico, dopo la vittoria del No al referendum e alle annunciate dimissioni da parte di Renzi.
Di fronte a questa situazione, le banche del consorzio di garanzia per l’aumento di capitale hanno deciso di ‘congelare’ l’operazione per 3-4 giorni in attesa di capire l’evoluzione dello scenario politico. Idem ha fatto il fondo sovrano del Qatar (Qia) che si e’ messo alla finestra mettendo in stand by il proprio ingresso nel capitale della banca con un investimento fino a un miliardo di euro. In linea teorica, l’aumento di capitale, qualora gli anchor investor decidessero di entrare nella partita e le banche sciogliessero le proprie riserve, e’ ancora possibile, ma bisognerebbe lanciarlo entro lunedi’ prossimo per poterlo completare entro la fine dell’anno e rispettare cosi’ la tempistica del piano concordato con la Bce e approvato il 24 ottobre. Una finestra temporale che via via si fa sempre piu’ stretta. Ed ecco allora che si fa sempre piu’ spazio l’ipotesi del piano ‘B’, con l’ingresso in gioco dello Stato: il decreto legge per l’eventuale intervento del Tesoro nella ricapitalizzazione della banca piu’ antica del mondo sarebbe gia’ pronto.
In particolare, il ministero dell’Economia potrebbe varare un aumento di capitale precauzionale e si starebbe valutando la possibilita’ di un decreto che potrebbe vedere la luce gia’ domenica, anche se sembra difficile pensare che un esecutivo dimissionario possa assumersi la responsabilita’ di un intervento di tale portata. In proposito, occorre ricordare che i regolamenti Ue con la direttiva Brrd, consentono l’intervento pubblico a favore delle banche che hanno fallito lo stress test ma non sono insolventi. E’ piu’ probabile dunque che il decreto legge veda la luce dopo la nascita del nuovo esecutivo. Dal punto di vista finanziario, l’intervento dello Stato permetterebbe al Tesoro di procedere alla conversione obbligatoria dei subordinati dal retail in equity per poi convertirla in azioni. Anche di questo, comunque, si discutera’ nel corso di un consiglio di amministrazione convocato per il primo pomeriggio di domani nella sede milanese dell’istituto.