E’ morta Tina Anselmi, fu la prima donna ministro. Aveva 89 anni, il ricordo della politica
Si e’ spenta, nella notte, Tina Anselmi, la prima donna diventata ministro in Italia. A 89 anni l’ex parlamentare e’ morta nella sua casa di Castelfranco Veneto, dove si terranno anche i funerali, ore visti per venerdi’. Tina Anselmi nasce da una famiglia cattolica: il padre era un aiuto farmacista di idee socialiste e fu per questo perseguitato dai fascisti, la madre era casalinga e gestiva un’osteria assieme alla nonna. Frequenta il ginnasio nella città natale, quindi l’istituto magistrale a Bassano del Grappa. È qui che, il 26 settembre 1944, i nazifascisti costringono lei e altri studenti ad assistere all’impiccagione di 31 prigionieri per rappresaglia: decide così di prender parte attivamente alla Resistenza. Con il nome di battaglia di “Gabriella” diventa staffetta della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor, quindi passa al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. Intanto, nel dicembre dello stesso 1944, s’iscrive alla Democrazia Cristiana e partecipa attivamente alla vita del partito. Dopo la guerra si laurea in Lettere all’Università Cattolica di Milano, divenendo insegnante elementare. Nello stesso periodo è impegnata nell’attività sindacale in seno alla Cgil e poi, dalla sua fondazione nel 1950, alla Cisl: è dirigente del sindacato dei tessili dal 1945 al 1948 e del sindacato degli insegnanti elementari dal 1948 al 1955.
Dal 1958 al 1964 è incaricata nazionale dei giovani nella Dc. Nel 1963 è eletta componente del comitato direttivo dell’Unione europea femminile, di cui diventa vicepresidente nello stesso anno. Nel 1959 entra nel consiglio nazionale dello Scudo Crociato, ed è deputata dal 1968 al 1992, eletta sempre nella circoscrizione Venezia-Treviso: nel corso del suo lungo mandato parlamentare ha fatto parte delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. Si occupa molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità. Per tre volte sottosegretaria al ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, dal 29 luglio 1976 è ministro del Lavoro e della previdenza nel governo Andreotti III: un fatto storico, perché l’Anselmi diventa la prima donna ministro in Italia. Dopo quest’esperienza è anche ministro della Sanità nei governi Andreotti IV e V, diventando tra i principali autori della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Nel 1981, nel corso della VIII legislatura, è nominata presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, che termina i lavori nel 1985. Negli anni il suo nome è circolato più volte per la presidenza della Repubblica: nel 1992 fu il settimanale Cuore a sostenerne la candidatura e il gruppo parlamentare La Rete a votarla, mentre nel 2006 un gruppo di blogger l’ha sostenuta attraverso una campagna mediatica che prendeva le mosse dal blog “Tina Anselmi al Quirinale”.
“Con Tina Anselmi scompare una figura esemplare della storia repubblicana. Partigiana, sindacalista, impegnata nella vita politica e nelle istituzioni, prima donna ministro della storia italiana”. Matteo Renzi ricorda cosi’ “il suo impegno per le pari opportunita’ e contro la P2 e la sua personalita’ forte e discreta ne hanno fatto un esempio – aggiunge il presidente del Consiglio – per chiunque creda alla politica come passione per la liberta’. Ai familiari il cordoglio mio personale e di tutto il governo”. Per la senatrice Pd Anna Finocchiaro La Anselmi è stata “antifascista, partigiana, prima donna ministra, una delle madri della Repubblica, una cara e grande collega. Ciao Tina Anselmi”. Rosy Bindi la ricorda così: “Ciao Tina. Avremo sempre nel cuore e nella mente la tua forza gentile e il tuo coraggio di donna libera e profondamente credente. Hai combattuto fin da ragazza per la nostra liberta’ e la democrazia e non ti sei mai arresa: ne’ di fronte alla violenza nazifascista ne’ quando si trattava di difendere la Repubblica dalle insidie dei poteri occulti della massoneria deviata e della P2”. “Ci hai insegnato – prosegue la presidente della commissione Antimafia – il valore della laicita’ e della buona politica, che hai praticato per tutta la vita con intelligenza, rigore morale, fedelta’ alla Costituzione e passione civile. Prima donna ministro sei stata protagonista di riforme decisive che hanno cambiato in meglio la nostra societa’, stando sempre dalla parte dei piu’ deboli e delle donne per affermare la dignita’ e i diritti di tutti”.