Non resta che qualche carcassa di camion e un enorme cumulo di macerie del compound in cui si rifugiava Abu Bakr al Baghdadi, il numero uno dell’Isis, ucciso in un blitz della Delta Force degli Stati Uniti sabato 26 ottobre. Sul posto reporter e curiosi, perlopiù abitanti della zona attorno a Barisha, nel nord ovest della Siria, provincia di Idlib, vicino al confine con la Turchia. La morte del nemico numero uno dell’Occidente è stata annunciata ufficialmente domenica da Donald Trump. E’ morto “come un cane, come un codardo”, mentre si rintanava in una “galleria”, facendosi saltare in aria con un giubbotto esplosivo e uccidendo così anche tre bambini, mentre i corpi speciali americani facevano irruzione nel suo covo.
Questa la ricostruzione del presidente Usa in una lunga conferenza stampa nella quale ha confermato le voci che si rincorrevano da ore il decesso del “Califfo. Pur prendendosi i meriti dell’operazione portata a termine dai corpi speciali americani con un blitz studiato nel minimo dettaglio, Trump ha ringraziato tutti. La Russia e la Turchia che hanno erpmesso il passaggio degli otto elicotteri coinvolti nell’operazione attraverso lo spazio areo da loro crontrollato; La Siria, le forze curde e l’Iraq. Numerose le vittime nel blitz: bambini, due mogli di Al B aghdadi, una cifra non comunicata di miliziani del califfato. E nessuna vittima tra i marines. Solo un cane, “anzi, un cagnetto come lo definisco io” è rimasto ferito, ha detto Trump.
Due giorni dopo le operazioni sul posto alcuni siriani raccontano il blitz dal loro punto di vista: “L’altra sera, verso le 20, abbiamo sentito un rumore di mitragliatori e poi altri rumori che sembravano dei missiili – racconta Abou Ali – Siamo arrivati qui e abbiamo trovato quattro cadaveri e due auto carbonizzate. Ci hanno detto che era il rifugio di un leader dell’Isis”. “Abbiamo avuto molta paura. Ci siamo chiesti cosa fossero quelle esplosioni”, ha aggiunto Mohammed Hassan al-Ibrahim. Oltre ad Al Baghdadi è stato ucciso anche Abu Hassan al-Muhajir, portavoce dell’Isis e ritenuto braccio destro del Califfo. Ma a poche ore dalla notizia il Gruppo dello Stato islamico avrebbe già un nuovo leader. Le redini dell’organizzazione terroristica sarebbero passate a un ex ufficiale di Saddam Hussein, Abdullah Qardash, conosciuto anche con il nome di Hajji Abdullah Al Afari.