Forse sono proprio loro ad aver strappato la vita al piccolo Aylan lasciandolo esanime sulla spiaggia. Le autorità turche hanno infatti arrestato quattro persone sospettate di responsabilità nella morte di Aylan al-Kurdi, il bimbo siriano di tre anni trovato senza vita sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, la cui foto è stata pubblicata oggi sulle prime pagine dei tutti giornali di tutta Europa, diventando il simbolo della tragedia dell’immigrazione. Sono morti anche la mamma e il fratellino di 5 anni di Aylan, l’unico sopravvissuto è il padre che vuole tornare nella città siriana per seppellire la famiglia. Oltre a loro hanno perso la vita altri 11 migranti che stavano tentando di raggiungere l’Europa su un barcone. Lo ha riferito l’agenzia di stampa turca Dogan, precisando che i quattro arrestati hanno tra i 30 e i 41 anni e apparentemente sono di nazionalità siriana. Tra le persone finite in manette figura anche il capitano del barcone. Sono accusati di omicidio e di traffico di migranti. Già nel pomeriggio – precisa la Dogan – dovrebbero comparire davanti al giudice.
CAMERON CONTESTATO Aumenta il pressing sul premier britannico David Cameron, contestato tanto dal Partito laburista che da parlamentari conservatori, per le sue politiche nei confronti dei migranti, dopo la foto del bimbo siriano ritrovato morto su una spiaggia turca. E intanto, oltre 130mila persone hanno firmato una petizione on-line, che potrebbe dibattersi in Parlamento, perché il Regno Unito fornisca asilo a un maggior numero di rifugiati. Solo mercoledì Cameron aveva dichiarato che la risposta alla crisi non può essere accogliere sempre più rifugiati, ma portare pace e stabilità in Medioriente., una risposta giudicata da molti inadeguata di fronte alla crisi. Tutti i quotidiani britannici, con poche eccezioni, anche quelli estremamente critici contro i migranti, pubblicavano stamane a tutta pagina con parole di fuoco la foto del bimbo.
STOP AI PROFUGHI MARCHIATI La polizia ceca ha smesso di segnare i migranti con un numero scritto sulla pelle, dopo le polemiche suscitate dalle immagini che hanno fatto il giro del mondo. Da ora in poi, le autorita’ utilizzeranno “braccialetti con i dati di identificazione”, ha annunciato la polizia in un comunicato. Gli agenti hanno utilizzato pennarelli per scrivere numeri identificativi sulle mani o sulle braccia di 214 rifugiati, in gran parte siriani, fermati nel sud-est del Paese sui treni in arrivo da Austria e Ungheria. La portavoce del ministero dell’Interno, Lucie Novakova, ha spiegato che la decisione era stata presa per “impedire che i bambini si perdessero” e per tenere insieme le famiglie.