Morte Kim Jong-Nam, le 2 donne arrestate rischiano impiccagione. Domani davanti al giudice

Morte Kim Jong-Nam, le 2 donne arrestate rischiano impiccagione. Domani davanti al giudice
28 febbraio 2017

La polizia malese ha deciso di incriminare le due donne arrestate per l’omicidio di Kim Jon-Nam, fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-Un, avvenuto il 13 febbraio scorso all’aeroporto di Kuala Lumpur: lo hanno annunciato fonti della Procura generale malese. Per entrambe, ha precisato il procuratore generale Mohamed Apandi Ali, il reato contestato è quello di omicidio, previsto dall’articolo 302 del Codice Penale”: se condannate, quindi, rischiano la pena di morte per impiccagione.

L’omicidio – che secondo il governo della Corea del Sud sarebbe stato pianificato da Pyongyang – è stato portato a termine con del gas VX, un agente neurotossico simile al sarin e classificato come arma di distruzione di massa: le due presunte assassine, Siti Aisyah (cittadina indonesiana) e Doan Thi Huong (vietnamita) sono accusate di aver somministrato la sostanza mortale tramite uno spray e compariranno domani davanti al giudice domani per l’incriminazione formale. Le immagini delle telecamere di sicurezza dell’aeroporto mostrano infatti le due donne che si avvicinano a Kim Jong-nam, voltato di spalle, e una di loro spruzzargli qualcosa in volto. Sia Aisyah che Huong affermano di essere state ingannate, e di esser state pagate per quel che pensavano essere uno scherzo televisivo, mentre per l’accusa erano invece ben consce di ciò che stavano facendo. Un terzo sospetto, il 46enne nordcoreano Ri Jong-Chol, è stato arrestato dalla polizia malese ma la Procura non ha precisato se anch’egli verrà incriminato, aggiungendo che nei suoi confonti “le indagini della polizia sono ancora in corso”. Pyongyang da parte sua ha fatto di tutto per cercare di recuperare la salma, e contesta le conclusioni dell’autopsia; Kuala Lumpur ha ribattuto che il corpo resterà all’obitorio fino a che un familiare non si presenterà a reclamarlo, in modo da stabilire definitivamente l’identità della vittima tramite un esame del Dna.

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