Il primo presidente eletto democraticamente nella Storia recente dell’Egitto, Mohammed Morsi, è morto ieri sera all’età di 68 anni nell’aula di un tribunale del Cairo che lo stava processando per “spionaggio”. Una morte definita “un omicidio perfetto” dalla Fratellanza musulmana (di cui era esponente Morsi), che ha chiesto una “inchiesta internazionale” per stabilire le cause del decesso. E questo, mentre sono arrivati messaggi di condoglianza da molti leader islamici con gli Stati Uniti, principali alleati del presidente Abdel Fattah al Sisi, rimasti per ora in silenzio. Anche le Nazioni Unite hanno chiesto una “inchiesta indipendente” per indagare sulla morte dell’ex presidente egiziano.
In un comunicato emesso ieri, la Procura del Cairo ha detto che Morsi “durante l’udienza al tribunale ha parlato per cinque minuti e, appena finito, la corte ha sospeso la seduta”. Subito dopo, secondo questa versione ufficiale, l’ex presidente “all’interno della gabbia di vetro, con altri imputati, è crollato a terra svenuto ed è stato subito trasportato in ospedale dove è stata constatata la morte”. Ma sono in tanti che attribuiscono la morte di Morsi alle sue cattive condizioni di salute per il divieto di ottenere cure in carcere. Il Partito della Libertà e della Giustizia, braccio politico del movimento dei Fratelli Musulmani (messo fuori legge dal governo del presidente Al Sisi) ha parlato di un “assassinio perfetto”, denunciando le condizioni di detenzione di Morsi.
“Da tempo il presidente Morsi era malato ed abbiamo fatto molte richieste di farlo curare, a volte è stato consentito molte altre volte no”, ha detto il suo legale, Abdul Munim Abdel Maqsud. Alla notizia del decesso, il governo egiziano ha dichiarato lo stato di massima allerta al Cairo per motivi di sicurezza. Morsi è stato sepolto oggi alle prime luci dell`alba, alle 5 del mattino, di nascosto, alla sola presenza dei familiari più stretti e dei legali. Nessuno tra i suoi amici, sostenitori politici o giornalisti, ha potuto partecipare ai funerali. E stamane, quasi la totalità della stampa ufficiale egiziana ha ignorato completamente la notizia della morte.
Tra i primi a rendere omaggio a Morsi, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che lo ha definito “martire”. In un discorso televisivo, Erdogan ha accusato il Cairo di essere responsabile della morte, affermando che “la storia non dimenticherà mai i tiranni che l’hanno condotto verso la morte, mettendolo in prigione e minacciandolo di esecuzione”. Numerosi i messaggi ‘regionali’ di cordoglio, tra questi quello dell’emiro del Qatar, dell’Iran e del movimento islamista palestinese Hamas. I media arabi hanno messo in risalto il “silenzio” di Washington su una “morte dal sapore omicida”, come ha titolato il quotidiano panarabo al Quds al Arabi. Rispondendo alla richiesta di un giornalista di commentare la scomparsa di Morsi in una conferenza stampa tenuta a Washington, un portavoce della Segretari di Stato americana, ha detto: “Abbiamo appreso della notizia della morte di Mohammed Morsi e non abbiamo alcun commento da fare”. askanews