Morte Ramy, Meloni: “Tragedie non possono legittimare la violenza”. Il silenzio della Sinistra
Il bilancio è pesante: otto poliziotti feriti, alcuni colpiti da petardi e bottiglie di vetro lanciate dai manifestanti. La Scientifica ha documentato i momenti più critici
Le manifestazioni in memoria di Ramy Elgaml, il giovane morto durante un inseguimento con le forze dell’ordine a Milano, hanno lasciato un segno drammatico a Roma e Bologna, trasformandosi in episodi di violenza che hanno visto numerosi feriti tra le forze dell’ordine e danni significativi nelle città coinvolte. Gli scontri, caratterizzati da atti di vandalismo e aggressioni, hanno portato a una ferma condanna da parte delle istituzioni, mentre le autorità sono al lavoro per individuare i responsabili.
Scontri a Roma: il caos nel quartiere San Lorenzo
A Roma, il presidio organizzato nel quartiere San Lorenzo è degenerato rapidamente in guerriglia urbana. La tensione si è concentrata in piazza dell’Immacolata, dove alcuni manifestanti hanno rovesciato cassonetti, lanciato bombe carta, fumogeni e oggetti contundenti contro le forze dell’ordine. La situazione è precipitata quando una bomba carta ad alto potenziale ha infranto il vetro blindato di un mezzo del Reparto Mobile della polizia. Per contenere la folla e garantire la sicurezza degli agenti, il questore di Roma, Roberto Massucci, ha disposto un intervento di contenimento.
Il bilancio è pesante: otto poliziotti feriti, alcuni colpiti da petardi e bottiglie di vetro lanciate dai manifestanti. La Scientifica ha documentato i momenti più critici, con l’obiettivo di ricostruire l’esatta dinamica degli scontri e individuare i responsabili.
Condanna unanime dalle istituzioni
La premier Giorgia Meloni è intervenuta via social con un messaggio di ferma condanna, sottolineando l’inaccettabilità di episodi di violenza simili: “Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos a opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza – ha aggiunto Meloni -. Alle Forze dell’Ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte”.
Anche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine e condannato le proteste violente: “A nome del gruppo dei deputati di Fratelli d’Italia, esprimo ferma condanna per le proteste inscenate da gruppi di teppisti facinorosi ai danni delle Forze dell’Ordine in diverse città italiane. Confido che tutti i leader politici manifestino la propria distanza da questi comportamenti che troppo spesso hanno trovato atteggiamenti conniventi da alcune forze politiche di sinistra”.
Il silenzio della Sinistra
La situazione politica in Italia è segnata da una crescente tensione tra le forze dell’ordine e la criminalità, un contesto in cui la sinistra appare silente. Questo silenzio è particolarmente evidente nel comportamento di figure come il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha evitato di commentare le denunce di abusi sessuali in piazza Duomo, mentre ha espresso parole critiche nei confronti dei carabinieri in merito all’inseguimento che ha portato alla morte di Ramy Elgaml. Le sue dichiarazioni sembrano già prefigurare una condanna per le forze dell’ordine, piuttosto che una difesa della loro operatività.
In questo clima, il consulente di Sala, Franco Gabrielli, ex capo della Polizia, ha sostenuto che l’episodio ha violato un fondamentale principio di civiltà giuridica, insinuando che la vita del fuggitivo fosse stata messa a rischio. Tuttavia, questa posizione ignora il fatto che la decisione di scappare era del ragazzo egiziano stesso e non considera i rischi intrinseci negli inseguimenti tra chi fugge e chi cerca di fermarlo.
Questo silenzio della sinistra si riflette anche nel dibattito pubblico più ampio, dove si nota una mancanza di sostegno per le forze dell’ordine. Le critiche si concentrano maggiormente su di esse piuttosto che sulla necessità di garantire sicurezza e ordine nelle strade. La sinistra sembra quindi non solo distante dalle problematiche legate alla sicurezza pubblica, ma anche incline a prendere le distanze da chi indossa una divisa, contribuendo a creare un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni.
Bologna: dieci agenti feriti e devastazione urbana
Non meno grave la situazione a Bologna, dove un corteo pro Ramy si è trasformato in una notte di violenza. Nel centro storico della città si sono registrati scontri violenti, con manifestanti che hanno lanciato bottiglie, bombe carta e fumogeni contro le forze dell’ordine. Cassonetti incendiati, dehors distrutti e muri imbrattati hanno lasciato un segno tangibile del passaggio della protesta. Il bilancio parla di dieci agenti feriti e danni ingenti alle strutture pubbliche e private.
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha espresso sdegno per quanto accaduto, descrivendo la scena come una vera e propria devastazione. Due manifestanti sono stati denunciati. Si tratta di un 23enne accusato di resistenza a pubblico ufficiale, porto di oggetti atti a offendere, travisamento e omesso preavviso della manifestazione, e di un 30enne denunciato per resistenza, lesioni aggravate e travisamento. Gli scontri hanno coinvolto anche la comunità ebraica di Bologna, oggetto di proteste davanti alla sinagoga. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha espresso la sua vicinanza: “Ai sindaci di Roma e Bologna, alle Forze dell’ordine e alla comunità ebraica va la vicinanza mia personale e quella del Senato della Repubblica. Nessuna giustificazione, nessuna tolleranza è ammissibile per questi episodi”.
Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha condannato con fermezza gli episodi di violenza: “Dopo gli attacchi di ieri sera a Roma, quanto accaduto nella notte a Bologna suscita ulteriore indignazione per i metodi violenti di chi sfrutta le manifestazioni per legittimare azioni aggressive. Esprimo la mia vicinanza alla comunità ebraica di Bologna e rinnovo la solidarietà alle forze dell’ordine, con un pensiero particolare agli agenti feriti”.
Indagini in corso per individuare i responsabili
Le autorità stanno lavorando senza sosta per ricostruire la dinamica degli eventi e risalire ai responsabili dei disordini. La Polizia Scientifica ha acquisito le immagini registrate durante le manifestazioni e sono già state avviate le procedure per identificare i partecipanti agli atti di violenza. Si indaga anche sul possibile coinvolgimento di gruppi organizzati che avrebbero strumentalizzato le proteste per scatenare il caos.
La preoccupazione per la sicurezza nelle città italiane
Gli episodi di Roma e Bologna hanno riacceso il dibattito sulla sicurezza pubblica e sulla gestione delle manifestazioni. Le istituzioni, pur ribadendo il diritto a manifestare pacificamente, hanno sottolineato la necessità di prevenire e reprimere con decisione ogni forma di violenza. Resta alta la preoccupazione per il ripetersi di episodi simili, che mettono a rischio non solo l’incolumità delle forze dell’ordine, ma anche quella dei cittadini.
La tragica vicenda di Ramy Elgaml, che avrebbe dovuto rappresentare un momento di riflessione collettiva, si è purtroppo trasformata in una scia di scontri e devastazione. Il monito delle istituzioni è chiaro: nessuna tragedia può giustificare la violenza, e ogni responsabile dovrà rispondere delle proprie azioni davanti alla legge.