di Corrado Accaputo
La nuova versione egiziana sulla morte di Giulio Regeni – “è opera di persone malvage tra noi”, ha detto il presidente al Sisi (foto) – riporta il caso dello studente italiano rapito, torturato e ammazzato al Cairo sul piano della pista criminale o del complotto di “nemici della nazione” che hanno iniziato a diffondere “speculazioni” sul web sulle responsabilità dei servizi di sicurezza locali. Ma rispetto alle svariate “verità di comodo” di queste settimane, l’Egitto e il suo generale al potere sembrano ora riusciti a evitare lo spettro di un pericoloso isolamento internazionale, sul piano politico-diplomatico, ma anche – anzi soprattutto – economico. Prima Riad, con la visita e gli affari del sovrano saudita Salman Ben Abdel Aziz, e poi Parigi, con l’imminente arrivo di François Hollande al Cairo, hanno consentito ad al Sisi di sentirsi meno solo e un po più ricco. Il 18 aprile prossimo, su invito dell’omologo egiziano, l’inquilino dell’Eliseo sarà al Cairo a capo di una folta delegazione di imprenditori, funzionari e membri di governo. Parigi ha fatto sapere che intende inviare un messaggio molto forte alla controparte sul caso Regeni e il rispetto dei diritti umani nel Paese, in un momento in cui anche il dipartimento di Stato Usa – nella sua relazione annuale – ha denunciato casi di “persone torturate a morte” e sospetti “di uccisioni in prigione e centri di detenzione”. Insomma, Hollande promette che avanzerà una richiesta di collaborazione piena con gli inquirenti italiani per fare luce sulla morte del ricercatore e riportare sul piano della distensione le relazioni tra il partner egiziano e l’Italia.
A fine missione, secondo quanto trapelato da fonti diplomatiche, il presidente francese dovrebbe riferire al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ma al di là delle indiscrezioni sull’inserimento del caso Regeni nell’agenda dei colloqui tra i due presidenti, l’obiettivo chiaro della Francia è quello di chiudere una serie di accordi economici e commerciali, rafforzando la propria presenza nel Paese. Una missione di straordinaria importanza per Parigi, debitamente preparata nei giorni scorsi con l’arrivo in Egitto del capo del protocollo dell’Eliseo Elizabeth Dobelle. Lunedì prossimo, ha confermato l’ambasciatore francese al Cairo Andre Parent, saranno firmati almeno dieci protocolli d’intesa e oltre 30 accordi, che consentiranno di incrementare il volume degli scambi commerciali al momento pari a circa 2,5 miliardi l’anno. Oltre alle commesse per la fornitura di armamenti – corvette, portaelicotteri e caccia multiruolo Rafale -, la metropolitana del Cairo, il rilancio del canale di Suez, tra gli ambiti di interesse c’è anche il turismo, fattore non secondario, questo, anche nell’ottica di possibili nuove misure del governo italiano per la mancata collaborazione dell’Egitto all’inchiesta sulla morte di Regeni. Dopo il richiamo per consultazioni dell’ambasciatore italiano Maurizio Massari e in attesa di una risposta alla rogatoria internazionale con la quale Roma ha chiesto alcuni documenti ritenuti essenziali allo svolgimento dell’indagine, l’Italia potrebbe infatti decidere di sconsigliare i viaggi nel Paese nordafricano, colpendo un settore già pesantemente gravato dalla presenza di jihadisti islamici nella regione del Sinai e da un analogo provvedimento già annunciato da Mosca e confermato oggi da Putin. Red. Pol.