di Giuseppe Novelli
Oggi, lutto nazionale e funerali delle 49 vittime dell’ascolano, ad Ascoli Piceno, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del premier Matteo Renzi. “Ho chiesto anche io a Dio, che cosa si fa ora?”, ha detto il vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D’Ercole, nell’omelia ai funerali. “In questi giorni abbiamo sofferto insieme, adesso è il momento della speranza. Molti di voi in questi gironi mi hanno chiesto ‘e ora che si fa?’. Quante volte l’ho sentito dire in questi giorni. Una domanda che in questo momento sembra avere solo la risposta del silenzio. E anche io in queste notti di veglia ho fatto questa domanda a Dio: e ora Signore che si fa?”. “Il terremoto è polvere, quando sono arrivato a Pescara del Tronto, era ancora buio, ho visto solo polvere, il terremoto è polvere”, ha aggiunto il vescovo di Ascoli Piceno. “Il terremoto ha accomunato paesi fratelli, Pescara del Tronto, Arquata, Amatrice, Accumoli, che un tempo facevano parte di una sola diocesi; ed è importante che ora qui ci siano anche il vescovo di Terni e dell’Aquila, dove io ho conosciuto la sofferenza del dopo terremoto e mi appresto a viverla anche qui, come padre perché il vescovo è un papà e deve stare in mezzo alla gente”, ha concluso.
Mattarella, dopo aver visitato la zona rossa di Amatrice, salutato gli sfollati e ringraziato i soccorritori per il grande lavoro umanitario che stanno svolgendo dall’alba del 24 agosto, quando la prime due forti scosse di terremoto hanno devastato questa zona dell’Italia centrale, si è recato ad Accumoli, altro centro praticamente raso al suolo dal sisma. Il Capo dello Stato è giunto in elicottero ed ha camminato per le vie tra le macerie per poi visitare la tendopoli, anche qui colloquiando con soccorritori e terremotati. Il presidente della Repubblica ha assicurato agli sfollati di Amatrice la ricostruzione subito. Lo riferiscono alcuni stessi sfollati che dopo aver salutato Mattarella nella tendopoli, raccontano che il presidente ha detto: assicuro che ricostruiremo. “Lo speriamo perché ce lo ricorderemo – raccontano gli sfollati -, non vogliamo fare la fine dell’Aquila che sono ancora al punto di partenza. Dove sono finiti i soldi? Chi se li è mangiati? Vogliamo ricostruzione. Amatrice non sarà più come prima – concludono – ma vogliamo ricominciare e che dalle parole di passi ai fatti”. Amatrice è la cittadina laziale la più duramente colpita dal terremoto del 24 agosto, e qui il capo dello Stato si è recato in visita, prima di andare ad Accumoli e poi ad Ascoli per i funerali di Stato delle 49 vittime.
Articolo aggiornato alle 17:42