Politica

Morti sul lavoro, ennesima strage. Dal Senato il segnale di una mozione unitaria

La notizia dell’ennesima strage sul lavoro, tre morti in una fabbrica di esplosivi a Casalbordino, in Abruzzo, ha accompagnato la seduta del Senato dedicata proprio al tema della sicurezza del lavoro. La mozione unitaria è stata sottoscritta da tutti i gruppi di palazzo Madama e approvata all’unanimità. Un atto politico che risponde non solo ai drammatici eventi delle ultime settimane, che hanno conosciuto il picco con la strage di Brandizzo, in Piemonte (dove cinque operai hanno perso la vita, travolti da un treno in un cantiere sulla linea ferroviaria Milano-Torino), ma anche all’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che martedì aveva ammonito con queste parole politica, istituzioni e parti sociali: “I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza”. Parole che hanno trovato eco nella breve introduzione del presidente del Senato, Ignazio La Russa, alla seduta di palazzo Madama.

 

La mozione

 

“Ci associamo alle sue parole, sulla necessità che tutti, Governo, maggioranza, opposizione e qualunque organismo dello Stato, facciano di più per contrastare questo stillicidio di morti e di tragedie”, ha detto, prima di chiedere silenzio all’aula per “un momento di cordoglio”.  A presentare la mozione in aula è stato Tino Magni, senatore di Alleanza Verdi Sinistra, presidente della commissione di indagine sulle condizioni di lavoro, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro istituita a palazzo Madama: “La mozione – ha spiegato il senatore, che ha alle spalle una lunga esperienza da sindacalista – impegna il governo a potenziare tutti gli organi di controllo; a inserire la manutenzione ferroviaria nella categoria dei lavori usuranti; a implementare il Fascicolo elettronico di ogni singolo lavoratore; ad individuare percorsi formativi premiali di sicurezza tarati sulle caratteristiche dei singoli lavoratori; ad una valutazione analitica della possibile relazione causale tra il decentramento produttivo, tra cui la subfornitura, il subappalto, e l’eventuale abbassamento della soglia delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro; a promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro in ogni livello di istruzione e formazione”.

La mozione parlamentare suggerisce l’opportunità di fare un “tagliando” al vigente testo unico sulla sicurezza del lavoro. Questi alcuni degli impegni che l’aula del Senato ha indicato al Governo: potenziare i controlli, favorire l’interoperabilità delle banche dati di Inail e ispettori del lavoro, premiare le imprese virtuose e aggravare le sanzioni per quelle che violano le norme di sicurezza, indagare sulla relazione causale fra decentramento, subfornitura, subappalto e allentamento delle garanzie di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il dibattito e le dichiarazioni di voto hanno valorizzato il clima costruttivo che i gruppi hanno creato nella elaborazione della mozione parlamentare, ma il tema non consente di eliminare del tutto differenze e visioni anche nettamente contrastanti, nonostante l’iniziativa condivisa. Un esempio particolarmente rilevante di queste differenze è rappresentato proprio dal tema dei subappalti, indicato nell’atto votato all’unanimità come uno dei punti critici del sistema.

Per Licia Ronzulli, presidente dei senatori di Forza Italia, che ha accusato fra le altre cose la Cgil di “pregiudizio e faziosità” su queste vicende, “era del tutto inutile cercare di individuare un colpevole politico, anche in una terribile tragedia come quella di Brandizzo, puntando l’indice contro appalti e subappalti”, il problema casomai è “come questi lavori vengono svolti”. Elena Murelli della Lega, tuttavia, ha citato “l’esternalizzazione dei servizi, degli appalti e dei subappalti”, che, ha osservato, “sono pericolosi perché permettono di ridurre al minimo la responsabilità, che viene così distribuita tra una miriade di soggetti e rende più difficile la comunicazione interna”.

A giudizio di Susanna Camusso, senatrice Pd ed ex leader della Cgil, “questi numeri, quelli che conosciamo e quelli che non conosciamo, sono i numeri, non di qualche fatalità, ma sono i numeri di una guerra”. “Il problema principale – – ha sostenuto invece Ernesto Rapani di Fratelli d’Italia – è la cultura della sicurezza”, su questa “dobbiamo lavorare e intervenire a prescindere da leggi, sanzioni e pene”. In una nota congiunta a conclusione dei lavori dell’aula, Gisella Naturale ed Elisa Pirro del M5S hanno lanciato l’auspicio “che gli impegni contenuti in questo atto possano trasformarsi con celerità in azioni concrete. Nei primi sette mesi del 2023, 559 persone hanno perso la vita sul lavoro: fermare questa strage dev’essere l`assoluta priorità di tutte le istituzioni del nostro Paese”.

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