Cultura e Spettacolo

E’ morto a 94 anni Charles Aznavour, monumento della canzone francese

Il mondo intero piange la scomparsa di Charles Aznavour, uno dei cantanti piu’ amati in patria e piu’ conosciuto all’estero, con 300 milioni di dischi incisi, 100 milioni di album venduti in 80 Paesi. Ambasciatore instancabile della cultura francese nel mondo, Aznavour, 94 anni, era rientrato da una recente tournee in Giappone, ma nei mesi scorsi era stato costretto a cancellare alcuni concerti a causa di problemi di salute. Il cantautore e attore di origine armene aveva gia’ programmato una serie di spettacoli, a Bruxelles il 26 ottobre e nei dintorni di Parigi tra novembre e dicembre prima di lanciare un altro mini tour in Francia.

Charles Aznavour, nome d’arte di Shahnourh Varinag Aznavourian, e’ nato il 22 maggio 1924 a Parigi da genitori armeni sopravvissuti al genocidio, trasferiti in Francia negli anni Trenta. Ancora ragazzino, ha avuto un inizio di carriera difficile, per la sua piccola statura e la sua voce dal timbro roco, che non venne subito apprezzato. La svolta arrivo’ con l’incontro fortunato con Edith Piaf, che lo scopri’ nell’immediato dopoguerra e lo porto’ con se’ in tournee all’estero. Il primo successo personale e’ arrivato tardi, a 36 anni, il 12 dicembre 1960 all’Alhambra, ma poi non si e’ mai piu’ fermato, e ne ha fatto un mito vivente della canzone francese, ma non solo.

E’ passato alla storia della musica sia con le sue hit di successo, con gli evergreen ‘Tu t’laisses aller’ (1960), ‘Il faut savoir’ (1961), ‘ ‘For me formidable’ (1964), ‘La Bohe’me’ (1965), ‘La Mamma’ e ‘Emmenez-moi’, che per i brani scritti per altri, tra i piu’ grandi del palcoscenico tricolore: ovviamente la Piaf, ma anche Juliette Greco e Gilbert Becaud. La maggior parte dei testi firmati da Aznavour parlano di vita vissuta, amore, gioie, dolori, sfide, tutti sentimenti che muovono le corde piu’ profonde dell’anima. Testi densi, poetici, melodie struggenti dall’influenza armena mischiata a sonorita’ occidentali sono diventati il marchio di fabbrica del cantautore, insignito dalla Legion d’Onore nel 2004.

Aznavour non ha mai dimenticato la patria dei suoi genitori, al centro delle sue battaglie politiche e parte integrante dei suoi successi musicali. Dagli armeni viene considerato un padre della patria, sia per gli aiuti sempre inviati al paese dei suoi avi che per aver portato nel mondo la musica e la cultura del Caucaso. Una grande statua di pietra grigia lo ricorda nella citta’ di Gyumri, ai confini con la Georgia, rasa al suolo nel 1988 da un terremoto nel 1988 che causo’ di 25 mila morti. Pochi mesi dopo Aznavour incise ‘Pour Toi Arme’nie’, una canzone per aiutare i bambini armeni colpiti dal devastante sisma.

Al suo ultimo concerto all’auditorium di Roma, nel 2017, sul palcoscenico e’ stata lasciata una bandiera armena, in segno di omaggio per il suo indefettibile sostegno alla patria di origine, in cerca di verita’ sul genocidio armeno e in prima linea contro il negazionismo turco. In Italia Aznavour viene ricordato per successi e collaborazioni memorabili con Ornella Vanoni, Gino Paoli, Domenico Modugno, Mia Martini, Massimo Ranieri, Franco Battiato, Renato Zero e Gigliola Cinquetti. Nel 1981 ha partecipato al fuori gara a Sanremo ed e’ tornato sul palco dell’Ariston nel 1989.

Una delle sue tante esibizioni passata alla storia e’ stata l’Ave Maria di Gounot, cantata da Aznavour durante la visita in Armenia, nel settembre 2001, di Papa Giovanni Paolo II, commosso fino alle lacrime. “Non sono vecchio, sono anziano. Non e’ la stessa cosa” ha detto Aznavour in una recente intervista, commentando la sua veneranda eta’. “Sono tutti morti, da molto tempo, mentre io sono ancora qui” ha ironizzato Aznavour, prendendosi una piccola rivincita su quanti sostenevano che non avrebbe mai fatto carriera.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it
Condividi
Pubblicato da