Morto Alfredo Reichlin, storico dirigente del Pci. Aveva 91 anni
Il suo ultimo articolo la scorsa settimana: “Non lasciamo la sinistra sotto le macerie”.
E’ morto all’eta d’ 91 anni Alfredo Reichlin, storico dirigente della sinistra. Il 14 marzo 2017 sul sito internet ‘Nuova Atlantide’, una community on line che si occupa di politica e cultura, il suo ultimo articolo: “Non lasciamo la sinistra sotto le macerie”. “Sono afflitto – scriveva l’ex direttore dell’Unita’ e membro della direzione del Pci – da mesi da una malattia che mi rende faticoso perfino scrivere queste righe”. “Mi sento – spiegava Reichlin che tra l’altro e’ stato partigiano, allievo di Togliatti, membro della direzione del Pci, parlamentare e dirigente anche del Pd – di dover dire che e’ necessario un vero e proprio cambio di passo per la sinistra e per l’intero campo democratico. Se non lo faremo non saremo credibili nell’indicare una strada nuova al paese”. “Non ci sono – osservava – piu’ rendite di posizione da sfruttare in una politica cosi’ screditata la quale si rivela impotente quando deve affrontare non i giochi di potere ma la cruda realta’ delle ingiustizie sociali, quando deve garantire diritti, quando deve vigilare sul mercato affinche’ non prevalga la legge del piu’ forte”. “Anch’io – scriveva ancora – avverto il rischio di Weimar. Ma non do la colpa alla legge elettorale, ne’ cerco la soluzione nell’ennesima ingegneria istituzionale: e’ ora di liberarsi dalle gabbie ideologiche della cosiddetta seconda Repubblica. Crisi sociale e crisi democratica si alimentano a vicenda e sono le fratture profonde nella societa’ italiana a delegittimare le istituzioni rappresentative. Per spezzare questa spirale perversa occorre generare un nuovo equilibrio tra costituzione e popolo, tra etica ed economia, tra capacita’ diffuse e competitivita’ del sistema”. “La sinistra rischia di restare sotto le macerie. Non possiamo consentirlo. Non si tratta di un interesse di parte ma della tenuta del sistema democratico e della possibilita’ che questo resti aperto, agibile dalle nuove generazioni”, osservava ancora.
Reichlin e’ stato un giornalista, politico e partigiano italiano. Ancora minorenne si trasferi’ a Roma dove partecipo’ alla Resistenza partigiana tra le Brigate Garibaldi. Ottenuta la Maturita’ classica al Liceo “Torquato Tasso”, nel 1946 si iscrisse al Partito Comunista Italiano, di cui fu uno dei dirigenti piu’ importanti per circa trent’anni. Allievo di Palmiro Togliatti, fu vicesegretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e nel 1955 entro’ all”Unita’, di cui dopo un anno divento’ vice-direttore. Promosso a direttore nel 1958, negli anni sessanta si avvicina alle posizioni di Pietro Ingrao, le piu’ a sinistra nel partito. Da segretario regionale del PCI in Puglia fu molto attento alla questione meridionale, alla quale dedico’ anche le sue opere “Dieci anni di politica meridionale. 1963-1973” (1974) e “Classi dirigenti e programmazione in Puglia” (1976). Deputato nazionale fin dal 1968, durante gli anni Settanta entro’ nella direzione nazionale del partito e collaboro’ gomito a gomito con Enrico Berlinguer. Successivamente fu favorevole alle trasformazioni del partito da PCI in Partito Democratico della Sinistra prima, da PDS in Democratici di Sinistra poi, ed infine da DS in Partito democratico. Dal 1989 al 1992 fu “Ministro dell’Economia” del governo ombra del Partito Comunista Italiano. Alfredo Reichlin e’ stato il presidente della commissione per la stesura del “Manifesto dei Valori” del Partito Democratico. Sposato con la militante comunista (espulsa nel 1969 per aver aderito al gruppo de il manifesto) Luciana Castellina, ha avuto due figli: Lucrezia e Pietro.