A Genova è morto oggi all’età di 87 anni l’ex magistrato e politico Mario Sossi, che nel 1974 fu rapito dalle Brigate Rosse e tenuto sotto sequestro per più di un mese. Sossi, padre di due figlie, era nato a Imperia il 6 febbraio del 1932 e, dopo aver militato nel Fuan, l’associazione studentesca dell’Msi, durante l’università, era entrato in magistratura nel 1957. In pensione dal 2006, si era candidato per il consiglio comunale di Genova per Alleanza Nazionale nel 2007 e alle Europee da indipendente per Forza Nuova nel 2009.
Il suo nome salì agli onori delle cronache nel 1973, quando ricoprì il ruolo di pubblico ministero nel processo che portò alla condanna del gruppo XXII Ottobre. Il suo rapimento, avvenuto il 18 aprile del 1974 a Genova, segnò uno dei primi “salti di qualità” delle Brigate Rosse. Tra i brigatisti che parteciparono al sequestro, Alberto Franceschini e Mara Cagol. Sossi fu sottoposto ad un “processo”, al termine del quale le Br decisero di ucciderlo e poi chiesero, in cambio della sua liberazione, il rilascio di otto membri del gruppo XXII Ottobre. Nonostante il parere favorevole alla libertà provvisoria per gli otto terroristi da parte della Corte d’assise d’appello di Genova, il procuratore generale Francesco Coco si rifiutò di controfirmare l’ordinanza, presentando ricorso in Cassazione. Il 23 maggio del 1974 Sossi venne comunque liberato dalle Br, che l’8 giugno del 1976 uccisero il giudice Coco insieme a due uomini della scorta, Giovanni Saponara e Antioco Deiana.