Johnny Hallyday è morto questa notte all’età di 74 anni dopo una lunga battaglia contro un cancro ai polmoni. Ad annunciarlo, poco prima delle tre del mattino, è stata la moglie Laeticia Hallyday. “Johnny Hallyday se n’è andato, Jean-Philippe Smet è morto la notte del 5 dicembre 2017. Scrivo queste parole senza crederci, eppure è vero, il mio uomo se ne è andato, ci ha lasciato stasera. Ci ha lasciato come ha vissuto per tutta la sua vita, con coraggio e dignità”, ha annunciato la moglie. “Fino all’ultimo momento, ha resistito a questa malattia che lo ha debilitato per mesi, dando a tutti straordinarie lezioni di vita”, ha aggiunto. “Il papà dei nostri due piccoli bambini, Jade e Joy, se n’è andato. Il papà di Laura e David ha chiuso i suoi occhi. I suoi occhi blu illumineranno ancora la nostra casa, le nostre anime”, ha insistito la moglie, definendo Johnny Hallyday “un uomo fuori dal comune”. Johnny Hallyday era stato ricoverato nella giornata di venerdì 17 novembre, presso una clinica privata di Parigi per problemi respiratori connessi a una forma tumorale ai polmoni contro la quale stava lottando da molto tempo. Il cantante aveva reso nota la sua malattia attraverso un comunicato ufficiale diffuso nel mese di marzo. Johnny Hallyday durante la sua lunga carriera ha duettato anche con alcuni artisti italiani, come Laura Pausini e Zucchero. La cantante italiana lo ha ricordato sui propri social network ufficiali condividendo il brano “Come Il Sole All’improvviso”, cantato assieme allo scomparso artista francese. L’Eliseo ha reagito per primo all’annuncio: “Tutti noi abbiamo in noi qualcosa di Johnny Hallyday”.
“Di Johnny Hallyday non dimenticheremo il nome, la bocca, la voce, o soprattutto le interpretazioni, che appartengono oggi pienamente alla storia della canzone francese”, ha aggiunto Emmanuel Macron in una dichiarazione. Le radio e le televisioni hanno già cominciato a trasmettere programmi speciali, Michel Polnareff, commosso, ha espresso la sua “immensa tristezza” su BFMTV. “Sarà sempre con noi (…) E’ sempre stato un eroe, ho le lacrime agli occhi che lo dicono, ma, davvero, lo amiamo.” E’ stata creata una pagina Facebook in omaggio a “l’idolo dei giovani”. Poco prima delle 7, circa 60.000 tweet erano stati dedicati a Johnny Hallyday. Il cantante è stato ricoverato un mese fa per problemi respiratori e la notizia della sua morte era purtroppo quasi attesa. All’inizio di marzo Johnny aveva annunciato di avere un cancro ai polmoni, diagnosticato nel novembre del 2016, che già sapeva essere metastatizzato. Hallyday aveva sfiorato la morte almeno due volte: con un tentativo di suicidio nel 1966 dopo la richiesta di divorzio di Sylvie Vartan, e poi quando è caduto per diversi giorni in coma nel 2009 a causa di complicazioni a seguito di un’operazione. Johnny Hallyday ha combattuto fino alla fine. Sul palco, a giugno e luglio, con i suoi amici Jacques Dutronc e Eddy Mitchell, per il tour “Vieilles Canailles”. A volte con momenti difficili, ma sembrava trasportato dall’energia del suo pubblico. Per “rimanere vivi”, come si chiamava il suo ultimo tour (2015-2016), questo “animale da palcoscenico”, che ha riempito in 57 anni di carriera tutte le più grandi scene, stava anche lavorando ad un nuovo album.
All’attivo piu’ di 100 milioni di dischi venduti e dieci Grammy, “teen idol” prima e poi ancora icona dei non piu’ giovani: dal rock’n’roll degli inizi in cui sembrava un “Elvis Presley” made in Francia, allo ye’ye’s, la varieta’ piu’ tradizionale con Michel Berger o Jean-Jacques Goldman negli anni ’80, per tornare negli ultimi anni alle fonti del blues e del rock. Questa longevita’ eccezionale, “Tu Follement” la sua prima canzone fu incisa nel 1960, e’ costellata da decine di successi rimasti nella memoria collettiva: “Souvenir souvenir”, “Penitenziario”, “Nero e’ nero”, “Tieni la notte”, “Per me iniziera’ la vita”, “Ti amo”, “Gabrielle”, “La musica che amo”, “La mia bocca”, “Qualcosa di Tennessee”, “Accendi il fuoco”, “Maria” solo per citarne alcuni. Nel corso di una vita vissuta a pieno ritmo, con i suoi incidenti, i suoi eccessi, i suoi amori tempestosi e pubblicizzati, le sue case in Svizzera e negli Stati Uniti in esilio fiscale, “Johnny” era diventato piu’ di un artista. Una leggenda vivente, un cantante quasi ufficiale ma anche un personaggio a volte fastidioso per qualcuno, magari ‘graffiato’ dal suo modo di esprimersi, come il caratteristico “Ah que…” reso popolare dal suo burattino Puppet. “La mia vita e’ stata un tunnel di sofferenza, dove non mi sentivo sempre d’accordo con me stesso, vivendo di giorno in giorno, distrutto dalla paura del giorno dopo”, confido’ nel 2014 a Te’le’rama. “Sofferenza” che ha dimenticato quando e’ tornato in studio o e’ tornato sul palco, fino alla fine, “per essere Johnny Hallyday”, quello che ha definito “un lavoro”.