E’ morto l’attore e regista Carlo Giuffrè, aveva 90 anni

E’ stato grande interprete del repertorio di Eduardo de Filippo

Carlo Giuffrè

Addio Carlo Giuffrè, uno dei grandi interpreti ‘eduardiani’ del teatro e del cinema italiano, allievo del grande Eduardo De Filippo, con cui debuttò nel dicembre del 1948, recitando la piccola parte dello speaker radiofonico nel suo “La paura numero uno”. Una lezione indimenticabile per l’attore napoletano che ha lasciato una traccia profonda sul suo stile interpretativo, ora sottilmente ironico, ora lucidamente patetico, come dimostra il suo talento istrionico sul palcoscenico e il suo grande successo al cinema dove si affermò come uno dei volti più caratteristici dalla commedia all’italiana.[irp]

Carlo Giuffè era nato il 3 dicembre 1928 a Napoli, dove è morto oggi: tra poco più di un mese avrebbe compiuto 90 anni. Era il fratello minore di Aldo (1924-2010), con cui aveva costituito un lungo sodalizio artistico, anche se i rapporti non furono sempre pacifici: “Lui, che era il fratello più grande, pensava di poter estendere questa condizione anagrafica anche al teatro. E a quel punto ci intendemmo sempre meno”, confessò Carlo a proposito di un tratto della sua vita. Mentre era allievo dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma, dopo alcune prove iniziali con il fratello Aldo in teatro nel 1947, Eduardo De Filippo scritturò Carlo per fare, dietro le quinte, lo speaker radiofonico in “La paura numero uno”, che debuttò alla vigilia del Natale 1948. Subito dopo, per sostituire un interprete ammalato, fu promosso a portiere ne “Le voci di dentro”.

Nel 1949 la coppia di fratelli debuttò ufficialmente con Eduardo De Filippo, interpretando la maggior parte delle commedie napoletane del grande autore, grazie alle quali il giovane Carlo manifestò le sue doti di attore dalla vocazione comica e grottesca. Nel 1963 Carlo Giuffè entrò nella Compagnia dei Giovani lavorando con Giorgio De Lullo, Rossella Falk, Romolo Valli e Elsa Albani, con cui recitò per ben otto stagioni consecutive tra l’altro in personaggi di Luigi Pirandello (il “primo attore” dei “Sei personaggi in cerca d’autore”, il Venanzi de “Il giuoco delle parti” e il Viani de “L’amica delle mogli”) e di Anton Cechov (il Solionyi delle “Tre sorelle”). “Con Valli, la Falk e i Giovani ho trascorso otto memorabili stagioni di spettacoli, un tirocinio classico, etico ed estetico, e De Lullo mi insegnò un mistero del teatro, il parlare sottovoce e farsi sentire dall’ultima fila della platea”, raccontò Carlo Giuffrè in un’intervista. In seguito approdò con il fratello Aldo al repertorio di Eduardo De Filippo mettendo in scena, anche come regista commedie come “Le voci di dentro”, “Napoli milionaria”, “Non ti pago” e “Natale in casa Cupiello”.[irp]

Carlo Giuffrè è stato attore molto presente negli anni ’60 e ’70 nei grandi sceneggiati della Rai in bianco e nero, come “Tom Jones”, “Macbeth”, “I Giacobini”, “Le avventure di Laura Storm”, “Il leone di San Marco”, “L’amica delle mogli” e “L’amico delle donne”. Nel 1971 condusse il festival di Sanremo accanto ad Elsa Martinelli. Numerose le sue interpretazioni cinematografiche consacrate con il David di Donatello come miglior attore non protagonista per “Son Contento” (1984), per la regia di Maurizio Ponzi. Giuffrè è stato molto attivo nel cinema, fino a anni recenti: la sua ultima grande interpretazione è stato il ruolo di Geppetto nel “Pinocchio” di Roberto Benigni nel 2002, a cui è seguito l’ultimo ruolo in “Se mi lasci non vale” (2016) per regia di Vincenzo Salemme. Nella commedia all’italiana Carlo Giuffrè ha regalato al genere personaggi come il Vincenzo Maccaluso di “La ragazza con la pistola” (1968), il Silver Boy di “Basta guardarla” (1971), il marito cornuto di “La signora è stata violentata!” (1973) o l’instancabile amante di “La signora gioca bene a scopa?” (1974).

Il debutto cinematografico avvenne nel 1950 “Napoli milionaria” con la regia di Eduardo De Filippo, a cui seguì la parodistica “Milano miliardaria”, con regia di Marcello Marchesi e Vittorio Metz (1951). L’elenco dei suoi tanti film comprende titoli come “Il padrone del vapore” (1951), “La macchina ammazzacattivi” (1952) di Roberto Rossellini (1952), “Il ferroviere” (1956) di Pietro Germi (1956) e “Belle ma povere” (1957) di Dino Risi. Nei film di ambientazione napoletana è apparso in “E Napoli canta!” di Armando Grottini (1953) e “Napoli terra d’amore” di Camillo Mastrocinque (1954). Decine i film umoristici degli anni ’60 che hanno Carlo Giuffrè alla ribalta, tra i quali “Il corazziere” di Camillo Mastrocinque, “Le ambiziose” di Antonio Amendola, “Leoni al sole”, di Vittorio Caprioli, “Adultero lui, adultera lei” di Raffaello Matarazzo, “Con rispetto parlando” e “Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa” del 1970.[irp]

Tra gli altri suoi film memorabili “La pelle” per la regia di Liliana Cavani (1981). Nel 2007, in occasione della consegna del tributo alla carriera assegnatogli dal “Premio Eti – Gli olimpici del teatro”, Carlo Giuffrè fu insignito del titolo di Grande Ufficiale dal presidente della Repubblica Ciampi e portò in scena un altro grande classico del teatro di Eduardo, “Il sindaco del rione Sanità”. Successivamente ha interpretato in teatro “I casi sono due” di Armando Curcio e infine “Questi fantasmi!” sempre di Eduardo. – L’ultima apparizione in teatro per Carlo Giuffrè è stato con “La Lista di Schindler (2014), portata in scena con il figlio Francesco, regista teatrale.