Morto Luciano Pellicani, ex collaboratore di Craxi
L’intellettuale è stato stroncato dal Covid-19. Aveva 81 anni
Un intellettuale vicino alla politica, ma che non si è mai riconosciuto negli apparati di partito. È morto, a 81 anni, Luciano Pellicani, sociologo e giornalista, storico direttore della rivista del Psi Mondoperaio. Il docente universitario è stato stroncato da una polmonite probabilmente collegata al Covid-19. Era nato a Ruvo di Puglia (Bari) il 10 aprile del 1939. Abbracciò idee socialiste-riformiste sin dai tempi dell’università. Nel 1976 iniziò la collaborazione con il Psi di Bettino Craxi, dirigendo, tra l’altro, il mensile di area socialista “Mondoperaio”. Ha anche svolto l’attività di professore presso l’università Luiss di Roma come ordinario di sociologia politica e docente di antropologia culturale. Pellicani cresce a Napoli con la madre e nel 1964 si laurea in Scienze politiche con una tesi su Antonio Gramsci. Lavorando alla tesi, però, Pellicani si convince che “il comunismo non era una buona idea realizzata male. Era proprio un’idea sbagliata”. A quel punto abbraccia le idee del socialismo riformista, che lo accompagneranno per tutta la vita. Nel 1976 arriva l’incontro con il segretario del Psi, Bettino Craxi. Il leader socialista, in un articolo, cita un saggio di Pellicani su Eduard Bernstein. Così il sociologo decide di contattarlo e ha inizio una intensa collaborazione.
Nel 1978, sull’Espresso, esce l’articolo di Craxi ‘Il vangelo socialista’ in cui viene rivalutata tutta l’esperienza del socialismo umanitario e liberale e attaccata l’ideologia comunista, ispirandosi al primo socialismo di Pierre-Joseph Proudhon. Il ghost writer del pezzo è proprio Pellicani. In quella stagione Pellicani fu il teorico della rottura ideologica del Psi con il comunismo di matrice leninista ma anche gramsciana. Eugenio Scalfari su “Repubblica” commentò a caldo: “L’articolo sull’Espresso segna una data storica nella vita del Partito socialista italiano”. E il dibattito politico e culturale si fece incandescente per mesi. Nonostante la fitta collaborazione con Craxi, il sociologo resterà sempre un intellettuale lontano dagli apparati di partito. Alla vita del Psi, infatti, contribuisce quasi esclusivamente con saggi e articoli e, dal 1985, dirigendo lo storico periodico di area socialista “Mondoperaio”. Rivista che Pellicani decide di chiudere dopo lo tsunami di Mani Pulite e lo scioglimento del partito. Guidato dal libero arbitrio, lo fu anche quando non riuscì a dissimulare la delusione per il gruppo dirigente socialista coinvolto in Tangentopoli e travolto dall’inchiesta di Mani pulite.
Successivamente, con il crollo dei partiti della Prima Repubblica, nel 1998 si avvicinò ai Socialisti democratici italiani. Non decise, come altri esponenti del Psi, di seguire Silvio Berlusconi in Forza Italia e rimase nell’orbita del centrosinistra. Nello stesso anno, torna ad essere pubblicato “Mondoperaio”, di cui Pellicani è rinominato direttore. Sempre con il suo stile e la sua etica di intellettuale libero, senza timore di essere scomodo pur di dire ciò che pensava. Come nel marzo del 2002, quando partecipando a un’iniziativa dell’Ulivo come unico rappresentante socialista, venne sonoramente contestato per aver criticato il giustizialismo di Antonio Di Pietro e dei girotondi. Nel 2006 viene candidato dalla Rosa nel Pugno alle elezioni politiche, ma non è eletto. In tutti questi anni ha continuato ad insegnare Sociologia politica all’Università Luiss e a pubblicare saggi, alcuni dei quali sono stati tradotti in varie lingue.
Ha scatenato molte polemiche “Lenin e Hitler. I due volti del totalitarismo”, in cui Pellicani equiparava il leader bolscevico al führer nazista. Per decenni Pellicani ha svolto una intesa attività di pubblicista sulle colonne del “Corriere della Sera”, “Il Giorno”, “L’ Espresso”, “L’Europeo” e “Il Foglio”. Numerosi i suoi saggi tradotti nelle principali lingue europee. Tra le sue opere “La genesi del capitalismo e le origini della modernità” (Marco editore), “Rivoluzione e totalitarismo” (Marco Editore), “Dalla società chiusa alla società aperta” (Rubbettino), “Anatomia dell’anticapitalismo (Rubbettino), “Cattivi maestri della Sinistra. Gramsci, Togliatti, Lukàcs, Sartre e Marcuse” (Rubbettino), “Introduzione a Marx” (Cappelli Editore), “Che cos’è il leninismo” (Sugar Editore) “Gulag o utopia?” (Sugar Editore), “Dinamica delle rivoluzioni” (Sugar Editore), “Marxismo e leninismo” (Sed Editrice). Tra i lavori più recenti nel 2013 ha pubblicato con Elio Cadelo “Contro la modernità. Le radici della cultura antiscientifica in Italia” (Rubbettino).