Cronaca

Morto Rossi di Montelera, sabaudo aperto alla modernità

Dicono che, quando venne eletto in Parlamento, arrivasse sempre puntuale alle sedute. E che si arrabbiasse molto per il ritardo con cui iniziavano le riunioni. Luigi Rossi di Montelera, morto ieri in Valle d’Aosta per un malore durante una battuta di caccia, non ha mai abdicato al suo carattere tipicamente sabaudo. Un uomo “preciso, dal grande senso delle istituzioni, quasi ossessionato dalla formalita’ – racconta chi lo ha conosciuto da vicino – ma anche grande sostenitore della modernizzazione”.

A partire dalle infrastrutture, tanto in voga nel recente dibattito politico. Tra i tanti incarichi ricoperti da Luigi Rossi di Montelera nei suoi 72 anni di vita c’e’ stato, infatti, anche quello di presidente della Transpadana, alla guida della quale fu convinto promotore dell’Alta Velocita’. “Non deve far paura, anzi: rappresenta il futuro di tutti noi – diceva – perche’ migliora l’ambiente, la qualita’ della vita e ci collega al mondo”. Una tendenza a guardare oltre confine, la sua, maturata negli anni alla Martini & Rossi, l’azienda di famiglia in cui dopo la laurea in Giurisprudenza aveva debuttato nel mondo del lavoro sino a diventarne vicepresidente e, con la cessione alla Bacardi, presidente della Bacardi-Martini e della Generale Beverage Europe. Alla attivita’ in azienda, Luigi Rossi di Montelera ha sempre affiancato quella associativa.

Componente della giunta dell’Unione Industriale di Torino all’inizio degli anni Settanta, e’ stato consigliere e presidente di Federvini, la federazione che riunisce le organizzazioni vinicole e liquoristiche di molti paesi di tutto il mondo. E dal 2003 al 2006 ha anche presieduto la federazione nazionale degli industriali alimentari, incarico svolto in contemporanea a quello di presidente di Confindustria Piemonte. L’impegno nel mondo cattolico, abbinato alle numerose attivita’ benefiche che svolgeva a titolo personale, senza darne pubblicita’, lo ha portato a diventare parlamentare della Democrazia Cristiana dal 1976 al 1992. Sottosegretario al Turismo e allo Spettacolo, piu’ di recente e’ stato presidente della Banca Regionale Europea. Il nome di Luigi Rossi di Montelera e’ anche legato ad uno dei primi sequestri della criminalita’ organizzata.

Esattamente 45 anni fa, proprio in questi giorni dell’anno, venne infatti rapito da alcuni banditi legati ai Corleonesi. Appena 27enne, venne tenuto prigioniero in un bunker sotterraneo, all’interno di una cascina di Treviglio (Bergamo) demolita nel 2012 per far passare l’Alta Velocita’, una “buffa coincidenza”, come l’aveva definita lui che e’ stato appunto presidente della Transpadana. L’amore per la montagna, che frequentava sia d’estate che d’inverno, con gli sci, deve essere stata una conseguenza di quei giorni trascorsi incatenato ad un letto. Una esperienza che aveva raccontato in un libro, ma di cui non parlava mai neppure con i collaboratori piu’ stretti. Il destino ha voluto che il malore per cui e’ morto lo abbia colpito proprio in montagna, durante una battuta di caccia in Val D’Aosta. I funerali si svolgeranno domani, alle 10.30, presso la Collegiata di Santa Maria della Scala, a Moncalieri (Torino).

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