Cultura e Spettacolo

Morto Ugo Gregoretti, regista e autore che diede una santa alla Rai

Si e’ spento nella sua casa di Roma, Ugo Gregoretti, aveva 88 anni. Domani sabato 6 luglio i suoi funerali saranno celebrati alle 18 nella Chiesa degli artisti di Piazza del Popolo a Roma. Prima l’appuntamento con la camera ardente sara’ alla Casa del cinema dalle 10 alle 13. Drammaturgo, giornalista, attore e regista. Era tutto questo Ugo Gregoretti, personalita’ storica della televisione italiana. Dopo aver terminato gli studi classici a Napoli, nel 1953 venne assunto in Rai, facendosi presto notare per affascinanti reportage di costume. Gregoretti deve molto alla televisione e questa gli deve forse anche di piu’ perche’ fu uno dei pochi nell’intellighentia di sinistra a capire ed esaltare l’importanza e le potenzialita’ del nuovo mezzo di comunicazione e creazione artistica che avrebbe trasformato l’Italia. Esordi’ sul piccolo schermo con ‘La Sicilia del Gattopardo’, documentario sul principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa che gli valse il Prix Italia, il premio Rai che certifica la qualita’ di programmi radio e tv. Questo documentario, profondo e leggero allo stesso tempo, contribui’ ad affermare la figura di Gregoretti come acuto e ironico osservatore di costume.

Questa sua qualita’ e’ l’ingrediente che ha poi reso celebri e inimitabili i suoi successivi lavori televisivi. Nel 1961 ideo’ una sorta di rubrica documentaristica in 8 puntate che esplorava la piccola cronaca di provincia ed era intitolata ‘Controfagotto’. Poi ci fu la la miniserie in 6 puntate ‘Il Circolo Pickwick’ (1967), tratta dall’omonimo romanzo umoristico di Charles Dickens, che narra il viaggio di quattro gentiluomini attraverso l’Inghilterra dell’Ottocento. Nel cast erano presenti Mario Pisu, Gigi Proietti, Enzo Cerusico, Leopoldo Trieste, Gigi Ballista e Guido Alberti. Diverse furono anche le serie parodistiche, da ‘Romanzo popolare italiano’ (1975) a ‘Uova fatali’ (1977), sceneggiato televisivo in due puntate ispirato all’omonimo romanzo fantastico di Michail Bulgakov. Questo sceneggiato si distinse per aver pionieristicamente fatto ampio uso della ripresa in chroma key, una delle tecniche usate per realizzare effetti di sovrapposizione di due diverse immagini o video attraverso la rimozione del colore di sfondo. Memorabile, poi, anche il programma di Rai 3 ‘Sottotraccia’ (1991-1994), che trattava temi di attualita’ e legati alle minoranze seminascoste del paese.

Nel 2001 un altro suo programma, ‘Lezioni di design’, fu insignita del Premio Compasso d’oro. Debutto’ al cinema con ‘I nuovi angeli’, seguito poi dal notevole film a episodi ‘Ro.Go.Pa.G.’ (1963) con Pierpaolo Pasolini, Roberto Rossellini e Jean-Luc Godard. Parlando del suo corto, ‘Il pollo ruspante’, una critica al consumismo, diceva: “Nel mio episodio c’era uno straordinario Ugo Tognazzi; c’era poi quello di Pasolini che era ‘La ricotta’, poi quelli di Godard e Rossellini. Il titolo di questo film a piu’ voci era stato fatto dal ragioniere di produzione che aveva unito semplicemente le iniziali dei registi. Pier Paolo Pasolini per l’episodio de ‘La ricotta’ – ricordo’ – venne condannato per vilipendio della religione e poi amnistiato; la pellicola torno’ cosi’ sugli schermi con un nuovo titolo imposto. Scegliemmo Laviamoci il cervello, un titolo che pero’ non ricorda nessuno”.

Tra gli altri suoi film ricordiamo ‘Le piu’ belle truffe del mondo’ (1963), ‘Le belle famiglie’ (1965), ‘Amore mio aiutami!’ (1969), ‘C’eravamo tanto amati’ (1974), ‘Il comune senso del pudore’ (1975), ‘Fatto su misura’ (1984), ‘L’addio a Enrico Berlinguer’ (1984), ‘Domani accadra” (1987) e ‘Scossa’ (2011). Malgrado il passaggio nel mondo del cinema, Gregoretti non abbandono’ la tv e il documentario. Nel 1969 realizzo’ ‘Apollon, una fabbrica occupata’ e nel 1971 ‘Contratto’. Poi, nel 1990, l’autobiografico ‘Maggio musicale’. Coltissimo ed eclettico, Gregoretti si misuro’ anche nella lirica con una riuscita versione de ‘L’italiana in Algeri’ (1976), mentre nel 1998 porto’ in scena ‘Purgatorio 98’, una versione rivisitata in napoletano del Purgatorio di Dante. Intellettuale fuori dal coro, fece dell’arguzia e dell’ironia garbata la sua forza. In Rai, dove fu assunto a 23 anni nel 1953 per sua stessa ammissione grazie a una “virulenta raccomandazione”, ebbe un primo incarico davvero inusuale: la scelta del santo patrono della neonata emittente. Dopo un’approfondita analisi delle vite dei santi, Santa Chiara divenne la patrona della Rai con grande apprezzamento da parte di Pio XII.

DAI SOCIAL L’ABBRACCIO DI BENEVENTO ‘NON TI DIMENTICHEREMO’

La morte di Ugo Gregoretti ha lasciato un grande vuoto a Benevento e nel Sannio. Sui social si moltiplicano messaggi di stima e di riconoscenza nei confronti del regista che ideò ‘Città Spettacolo’, una rassegna che, negli anni ’80, portò la città al centro della palcoscenico culturale nazionale. C’è chi come Michelangelo Fetto della compagnia Solot suggerisce di intitolargli il teatro comunale, o chi come l’ex sindaco di Benevento Fausto Pepe posta “‘Città Spettacolo’ e ‘Universo Teatro’, due grandi idee per una città culturale e turistica. Grazie Gregoretti, a Benevento ti ricorderanno in tanti!”.

Ma è soprattutto la gente comune a lasciare un ricordo sulla propria bacheca per il ‘Maestro’. “Se nel 1980 Lui non avesse dato il ‘La’ – scrive Marika -, io non avrei mai avuto il privilegio di incontrare persone bellissime sul mio cammino. Uomo di sconfinata cultura ed infinito garbo. “Noi non dimenticheremo – ricorda Amerigo – il finissimo e ironico intellettuale gramsciano. Non dovrebbero dimenticarlo i beneventani”; “Chi come me è cresciuto a Benevento – posta Cecilia – deve tanto a Gregoretti. La prima volta che ebbi l’onore di intervistarlo prima volle conoscermi. Io gli raccontai dei miei ricordi di bambina legati a lui. Mancherai a Benevento, Ugo, come volevi ti chiamassi. Francamente non ci sono mai riuscita, Maestro!”.

Pubblicato da
redazione