Cronaca

Le forze russe “invadono” la Siria, dopo aerei arrivano navi. Più presenza nel Mediterraneo

Non solo una flotta aerea russa dislocata in maniera permanente a Latakia, in Siria. Ci sarà anche una grande base russa navale permanente a Tartus, nel ben noto porto siriano e più in generale un incremento della presenza nel Mar Mediterraneo e in Medio Oriente, compresa l’opportunità di affittare una base anche in Egitto. Il ministero della Difesa russo ha spiegato dove intende dislocare ‘sine die’ le sue forze, dopo l’ok di venerdì della Duma per Latakia. Ma i piani appaiono ben più vasti. Confermata anche la presenza di sistemi missilistici antiaerei S-300 e S-400, sempre in Siria, a protezione delle basi militari russe, secondo le parole del vice ministro russo della Difesa Nikolai Pankov in occasione della riunione del Comitato Internazionale del Consiglio della Federazione. “Naturalmente, lo scopo principale è senza dubbio mettere un’arma formidabile a difesa delle nostre basi”, ha detto Pankov, rispondendo sullo scopo del posizionamento in Siria degli S-300 ed S-400, che in realtà erano già da lungo tempo dislocati. Allo stato attuale, la presenza militare russa rispetto ai tempi dell’Urss è limitata ad una dozzina di basi all’estero, quasi tutte nello spazio ex sovietico: oltre al Vietnam, ci sono Abkhazia e l’Ossezia del Sud (autoproclamtesi indipendenti dalla Georgia dopo la guerra del 2008), Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e la repubblica autoproclamata di Transnistria e Siria, appunto. Inoltre proprio oggi la stampa russa parla della possibilità di affittare una base in Egitto entro il 2019. Nel suo impegno di aumentare la sue presenza, Mosca inoltre ha tenuto o sta tenendo negoziati con Venezuela, Nicaragua, Seychelles e Singapore; in queste consultazioni, si è sempre parlato dell’installazione di basi militari rivolta per l’ingresso di navi da guerra russe nei porti di questi Paesi e della capacità di rifornire con carburante l’aviazione strategica. Nei piani russi figura anche un ritorno militare a Cuba.

Apparentemente dunque la base a Tartus per la Russia non è una novità. Ma prima dell’inizio dei raid russi in Siria, il porto di Tartus è stato solo un luogo di riparazione e rifornimento nel Mediterraneo per la Marina, per le navi da guerra della Russia in viaggio di ritorno verso la Crimea (la base del Mar Nero) attraverso gli stretti turchi. Tartus ospita un impianto di fornitura e manutenzione navale di epoca sovietica, nell’ambito di un accordo che risale al 1971 tra Mosca e la Siria baathista. Più di recente, la struttura ha iniziato a ospitare un laboratorio, in grado di fornire manutenzione tecnica a navi da guerra russe schierate nel Mediterraneo. La struttura di Tartus ha potuto sinora ospitare quattro navi di medie dimensioni. Non era in grado di ospitare le principali navi da guerra russa della Marina, tanto meno gli incrociatori di classe Slava e Kirov, o una portaerei 305 metri di classe Kuznetsov. In base alle dichiarazioni di Pankov la base di Tartus sarà in grado di ospitare le navi da guerra più grandi della Marina russa. Quanto alle capacità di difesa antimissile su territorio siriano e al largo di Tartus, erano già state mostrate nel corso di un viaggio per la stampa straniera, organizzato dal ministero della Difesa russa a dicembre 2015, a cui prese parte askanews. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova gli S-300 sono stati schierati in Siria dopo le fughe di notizie sulle intenzioni degli Stati Uniti di bombardare aeroporti siriani. Gli S-400 in Siria, secondo lei, c’erano già, e “tutti lo sapevano”.  Il Consiglio della Federazione (Senato russo) prenderà in considerazione nel corso della riunione del 12 ottobre l’accordo tra Russia e Siria per la distribuzione a tempo indeterminato di un gruppo di forze aeree russe sul territorio del paese arabo. Venerdì, la commissione affari internazionali della Duma (camera bassa) ha chiesto di ratificare l’accordo. La base navale permanente della Russia in Siria porterà inoltre ad “un ampliamento della presenza di navi da guerra” russe “non solo nella repubblica araba, ma nella regione del Mediterraneo nel suo complesso”, secondo il senatore russo Igor Morozov. “Così, la Russia aumenterà il suo potenziale militare non solo in Siria, ma anche tutto il Medio Oriente e nella regione del Mediterraneo nel suo complesso”, ha aggiunto. Il presidente della commissione Difesa e Sicurezza del Consiglio della Federazione Russa, Victor Ozerov, ha detto che i senatori sono disposti a sostenere l’accordo.

 

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